In occasione della ricezione del premio Retina d’Oro 2022, il presidente della Carpegna Prosciutto Pesaro Ario Costa ha rilasciato un’intervista a Elisabetta Ferri, sottolineando la differenza tra l’essere giocatore e vestire i panni attuali del dirigente: “Come giocatore ti prepari, sudi e ti sacrifichi per poi andare in campo a dimostrare il tuo valore per cui molto dipende da te: giochi e non pensi a nient'altro. Da dirigente invece hai mille pensieri, tante cose da risolvere, compreso perché un giocatore non rende quando lo hai messo dentro un contorno ideale. E questo, per chi ha giocato, è un pensiero che tormenta”.
Si intravede un futuro prosperoso per la VL considerando le ultime buone due stagioni? “Forse sì, prima le Final Eight di Coppa Italia, poi i playoff. Ma non dimentico che un anno fa ho vissuto una delle giornate più amare: dover dire ad Aza Petrovic è finita è stato un momento complicatissimo, però abbiamo concluso nell'apoteosi generale. Era evidente che avevamo sbagliato, ma a volte si riesce a rimediare”.
In generale, Costa è contento della Pesaro versione 2022/23: “Molto, non sono mai stato così soddisfatto ad agosto, è venuta fuori una squadra interessante, direi anche competitiva. Vorremmo essere più costanti ed equilibrati degli altri anni”.
Il colpo Dejan Kravic è stato quasi inaspettato: “È la ciliegina sulla torta, un giocatore concreto, esperto, con la giusta tigna e le caratteristiche tecniche che servono alla nostra squadra. Sono sincero, non me l'aspettavo perché al primo contatto la sua attenzione verso di noi non s'era accesa, poi al secondo assalto è stato bravo Repesa a convincerlo”.