In due lunghe interviste concesse a Cosimo Cito su “La Repubblica” e Flavio Vanetti sul “Corriere della Sera”, Simone Fontecchio ha presentato l’EuroBasket che per l’Italia prenderà il via domani sera contro l’Estonia: “La nostra forza starà in un gruppo dalle motivazioni alte. La sfortuna di Gallinari è un grande dispiacere, giocheremo anche per lui. Danilo ha poi caratteristiche uniche: quindi tutti, non uno solo, dovranno dare di più. C'è una bella aria e il gruppo è quasi lo stesso dei Giochi. Siamo più che mai uniti, con tanta voglia di fare bene. Le attese non mi preoccupano. Ci sarà pressione, ma dobbiamo stare tranquilli: troveremo avversari fortissimi, non imbattibili; e giocare le eliminatorie in casa può essere la molla per andare lontano”.
Nonostante la similarità del gruppo, in un anno si è passati da Meo Sacchetti a Gianmarco Pozzecco come ct: “Meo è stato fondamentale nella mia esplosione, a Tokyo mi ha dato moltissima fiducia. Tra i due ci sono piccole differenze a livello tattico, molte analogie a livello umano, di gestione del gruppo e dell'ambiente. Siamo un gruppo di amici che si diverte e vuole giocare al meglio che può un basket basato più sul talento che sui centimetri”.
Dopo l’avventura azzurra ci sarà lo sbarco in NBA, con Danny Ainge – GM degli Utah Jazz – che lo ha definito come “uno che non può non stare in NBA”: “Fa piacere che lo dica un grande come lui. Avrò tanto o tutto da dimostrare: però sapere di essere stimato è un'ottima base”. È il momento corretto per tentare l’avventura oltreoceano? “Non so se fossi maturo prima, ma sono contento del percorso fatto: quindi arriva al momento giusto”.
Ci sono delle persone che lo hanno aiutato in questa continua crescita? “Il merito me lo prendo, ma un contributo decisivo l'ha dato Matteo Comellini, il mio agente. Ringrazio poi chi ha creduto in me all'Alba Berlino, al Baskonia, ora in Nazionale. La prima partita in Eurolega con l'Alba ha dato la svolta: giocavamo a Tel Aviv, sono andato bene. La stagione è proseguita alla grande: a Berlino si respira una differente filosofia di basket”.