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La scheda – Tariq Owens, dinamicità e spregiudicatezza al servizio dell'Openjobmetis Varese

Il giocatore americano è alla sua prima esperienza nel vecchio continente

La scheda – Tariq Owens, dinamicità e spregiudicatezza al servizio dell'Openjobmetis Varese

Di Edoardo Pollero

La compagine lombarda sogna di tornare grande come un tempo conquistando ulteriore fama a livello internazionale dopo aver iniziato un progetto ambizioso con Luis Scola tra le figure di spicco in società. Il primo step è stato agire con accortezza sul mercato costruendo una squadra competitiva che possa ottenere un posto nelle prime otto al termine della regular season. A capo del gruppo c'è coach Matt Brase – nipote del leggendario Lute Olson – a cui non manca di certo esperienza sul campo nonostante la giovane età, oltre alla conoscenza del sottobosco collegiale da cui può pescare diamanti grezzi da trasformare in gioielli preziosi. Tra le scelte operate dal front office varesino c'è l'acquisizione di Tariq Owens, ala forte/centro dall'innato atletismo pronto a misurarsi con il basket europeo dopo le esperienze in G-League e in NBA.

Figlio di Cassandra Wallace e Renard Owens, rimane orfano di madre a soli 14 anni e sublima il suo dolore dedicando anima e corpo al gioco della pallacanestro. Nonostante sia originario di Utica, New York, cestisticamente si forma nello stato del Maryland frequentando la St.Vincent Pallotti High School; in squadra con lui gioca un'altra nuova conoscenza del nostro campionato, Marcquise Reed di Brindisi, con cui crea un buon legame tra compagni sebbene sul parquet svolgano compiti che non li vede coinvolgersi direttamente. Terminati gli anni di liceo, Owens accetta la borsa di studio offertagli da Ohio University ma si vede prematuramente sfumare l'occasione a causa di un cambio di allenatore: la sua lettera viene dunque invalidata, così il classe 1995 opta per un anno da post-graduate alla Mount Zion Prep. School di Baltimore sotto l'egida di coach Rodrick Harrison. La sua forma fisica unita al talento di cui è dotato lo rendono un talento quattro stelle, il cui nome viene inserito nella top 100 di Scout.com; inoltre il sito Rivals.com lo considera l'ottavo miglior prospetto dello stato del Maryland. I presupposti per sfondare una volta approdato all'università ci sono tutti, ma la scelta di giocare per i Volunteers di Tennessee si rivela un passo falso: capitato in quel di Knoxville in un anno di confusione, incappa in un'annata difficile per l'ateneo che chiude con un record di 16 vittorie e 16 sconfitte e licenzia in tronco coach Donnie Tyndall per aver violato alcune regole previste dalle normative NCAA. In 28 partite, Tariq Owens gioca solo 7.7 minuti di media realizzando appena 1.2 punti e 1.1 rimbalzi a partita, capisce di dover abbandonare la nave prima che sia troppo tardi e chiede un transfer per la St.John's University nel Queens, a pochi passi da casa.

Certamente non si può definire un upgrade a livello di ambizione, poiché i Red Storm non sono più la squadra che per cinquant'anni (1951-2002) è stata una presenza fissa ai piani alti della NCAA (oggi è al nono posto per vittorie ottenute con 1.904), ma una compagine che cerca di crescere talenti nascosti e lanciarli tra i professionisti. In un certo senso è proprio quello che accade al nativo di Utica: dopo una prima stagione transitoria in cui aumenta comunque sensibilmente il suo impiego sul parquet (18.8 minuti di media) oltre alle cifre (5.2 punti e 5.1 rimbalzi a partita), nel junior year diventa un elemento imprescindibile per la squadra. Gioca 33 partite, questa volta la media dei minuti spesi in campo sono 30.3; chiude la stagione con 8.4 punti e 5.9 rimbalzi, inizia a convincersi dei propri mezzi e aggiunge all'arsenale un efficace tiro da tre convertito con il 32.4% (12/37, fino all'annata precedente non aveva mai segnato una tripla). Infine porta ad un altro livello la sua attitudine difensiva, nella fattispecie il tempismo con cui vieta ai propri avversari di trovare la via del canestro registrando un massimo in carriera di 2.8 stoppate a partita: mette a referto 32 partite consecutive con almeno una stoppata; quindici gare consecutive con almeno due tiri stoppati e nove consecutive con almeno tre stoppate. Il suo career high, raggiunto nella sfida contro gli Hoyas di Georgetown, è di 8 stoppate. Al termine della stagione, seppur con la presenza di giocatori talentuosi tra cui spiccano proprio Tariq Owens e Shamorie Ponds (è presente anche l'ex Virtus Segafredo Bologna, Amar Alibegovic), i Red Storm non giocano il torneo NCAA; tuttavia, Owens si inserisce nella lista dei giocatori pronti a cambiare college e l'offerta di Texas Tech per giocare al fianco di Davide Moretti, Matt Mooney e Jarrett Culver non ha eguali in confronto alle altre.

Trasferitosi a Lubbock, il classe 1995 gioca la stagione più fruttuosa della sua carriera in termini di soddisfazioni personali e di squadra. Sotto la guida di coach Chris Beard, Tariq Owens diventa un giocatore più maturo, più consapevole: mette da parte le distrazioni e aiutato dall'energia positiva dei compagni scopre come poter migliorare la squadra attraverso il miglioramento di se stesso. A discapito delle percentuali dalla lunga distanza, il centro newyorkese migliora sensibilmente le cifre nel pitturato (da 50.4% a 61.1%) e a cronometro fermo (78%, miglior risultato in carriera); in difesa diventa un animale feroce che con i suoi 5.8 rimbalzi, le 2.4 stoppate e una serie di giocate decisive si guadagna l'inserimento nel Big 12 All-Defensive Team e una menzione d'onore come uno dei migliori giocatori della conference. Il suo sogno di diventare campione NCAA si interrompe solo nella finalissima persa all'overtime contro i Virginia Cavaliers per 85-77, ma una volta comprese le proprie potenzialità Tariq Owens evolve da bruco a farfalla ed è pronto ad entrare nel mondo dei professionisti. Dopo una annata da 10.4 punti, 6.9 rimbalzi, 1.3 assist (massimo in carriera) e 1.4 stoppate con i Northern Arizona Suns – squadra affiliata ai Phoenix Suns – per Owens inizia un calvario che lo porta a giocare solamente nove partite dalla stagione 2020-2021 ad oggi. Il lungo statunitense nell'agosto del 2021 ha subito un infortunio senza contatto alla gamba sinistra che lo ha costretto a stare fuori per un'intera stagione; la sua tenuta fisica (oltre alla verginità ad un campionato molto competitivo come quello italiano) sarà il grattacapo maggiore a cui l'Openjobmetis dovrà far fronte nel corso di questo nuovo anno, poiché il profilo del 27enne è quello di un giocatore injury prone che vuole uscire da questa spirale e trovare la miglior condizione possibile per aiutare la nuova squadra.

Tariq Owens può occupare sia lo spot di centro sia quello di ala grande grazie al suo atletismo e alla sua dinamicità su entrambi i lati del campo. Ama concludere nel traffico appoggiando a canestro o con una schiacciata in penetrazione, spesso servito dal compagno per un comodo alley-oop; sebbene prediliga dominare nel pitturato, non disdegna prendersi tiri dalla media distanza e mettere qualche tripla generata dal pick and pop. La facilità con cui gioca il pick and roll è disarmante, tanto da averlo reso uno dei migliori bloccanti della G-League nella stagione 2019-2020, per questo i fit con Giovanni De Nicolao e Colbey Ross saranno casi di studio particolari per le avversarie. Al top della forma è una forza della natura in transizione e in campo aperto è praticamente impossibile da fermare: nel nostro campionato risulta un mismatch con la maggior parte dei pari ruolo, solo lo scontro fisico contro difensori più dotati potrebbe rappresentare un problema nel suo gioco offensivo. Infine il punto forte del suo gioco è la difesa, un mix perfetto composto dal tempismo con cui non solo stoppa gli avversari in prossimità del ferro, ma tiene la propria posizione tanto nel pitturato quanto sul perimetro. Aiutato anche dalle lunghe leve, è complicato trovare un tiro che lo possa mettere fuori gioco; inoltre la difesa sul pick and roll e le ottime chiusure sul lato debole rendono Tariq Owens uno dei rookies più intriganti del nostro campionato.

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