Parlando a Piero Guerrini su “Tuttosport”, Simone Fontecchio è pronto per la sfida di oggi delle 18 contro la Serbia, ritornando nella sua Berlino, città in cui si è messo definitivamente in mostra con l’ALBA: “Tornare qui è stato un bell’effetto, sono andato a fare un giro al mattino, ho riprovato sensazioni, sono riaffiorati ricordi. La città è incredibile, sono stato molto bene qui. E ora torno per giocare una partita importantissima in Nazionale. E noi proveremo a fermare la favorita per il titolo”.
Dagli spalti del Forum di Assago in questi giorni si è sentito molto il coro “MVP, MVP” rivolto nei suoi confronti: “Mi ha fatto impressione, certo una bella sensazione, ma al di là dei cori personali, il calore con cui siamo stati accolti, con cui la squadra è stata sostenuta è stato pazzesco. Ogni volta che si entrava in campo avevamo i brividi, a me veniva la pelle d'oca. Ci hanno trasmesso un'energia straordinaria”.
Il suo tiro da tre ormai fa scuola in Italia e non solo. È questione di tecnica o di testa? “Per me è il 70% la testa a fare la differenza, convinzione e concentrazione anche se è chiaro che le ripetizioni servono eccome, si memorizza, si automatizza. Un sistema? Io ho una routine prepartita, in allenamento invece faccio come mi sento, a volte 500 segnati, a volte bastano 200, a volte cento. Ripeto dipende da quando mi sento a posto, sono sensazioni”.
Fontecchio si è fatto accettare come prima punta, in una squadra con campioni affermati: “Ma questo è un gruppo davvero unito e compatto in cui ognuno lavora per gli altri, nessuno si sente superiore, né inferiore. E poi in campo ci sono ruoli chiari e ben definiti. Infine tutti si rispettano molto sul piano umano. È questa la nostra forza”.
Infine un ulteriore commento sulla partita odierna: “Sono certo che la Serbia non la prenda sottogamba. Sarà molto difficile, però lo sappiamo e sappiamo come fare. Ma ha talento diffuso ovunque, ha Micic che può fare tutto. Non hanno problemi a creare vantaggi. Ma noi siamo pronti e compatti”.