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Umana Reyer Venezia, ecco Jayson Granger: "Porto esperienza e leadership". Sima: "Situazione ideale per fare un passo in avanti nella mia carriera"

Umana Reyer Venezia, ecco Jayson Granger: "Porto esperienza e leadership". Sima: "Situazione ideale per fare un passo in avanti nella mia carriera"

Stamattina sono stati presentati alla stampa al Palasport Taliercio Jayson Granger e Yankuba Sima, due nuovi acquisti dell’Umana Reyer maschile. Di seguito le loro dichiarazioni.

Jayson Granger

Questo inizio, questo primo impatto con questa nuova realtà, è stato ottimo. Sono stato accolto molto bene da tutta l’organizzazione dell’Umana Reyer che ringrazio e mi trovo davvero bene con i nuovi compagni. È chiaro che ci servirà tempo, perché siamo una squadra totalmente nuova, però stiamo lavorando nel modo giusto, stiamo già costruendo qualcosa di importante e soprattutto non vediamo l’ora di crescere e di diventare una squadra importante da tutti i punti di vista.

Quest’estate ho ricevuto diverse offerte, da squadre di Eurolega ed Eurocup, e cercavo una situazione in cui potermi godere al meglio la pallacanestro, per me e per la mia famiglia. Ho quindi parlato ovviamente diverse volte con la società e con il coach e mi è stato presentato un bel progetto, un progetto ambizioso, che punta a raggiungere risultati importanti. E sicuramente, vedendo quel che ha fatto la Reyer in passato come club, e vedendo come ha lavorato bene lo staff tecnico in questi anni, poteva essere la soluzione ideale per me. Poi, ovviamente, Venezia è Venezia, è la prima volta che sono in Italia: tutta una serie di situazioni che mi hanno portato ad accettare questa sfida. Ma io, di base, sono uno che vuole vincere, che vuole competere, quindi è questo l’obiettivo con cui sono arrivato qui.

Leadership

Penso di poter portare sicuramente la mia esperienza decennale di Eurolega e anche la motivazione che mi ha spinto a venire qui per essere un leader, anche come esempio, facendo da guida alla squadra e aiutando i compagni a migliorare. È una sfida che mi entusiasma molto e non vedo l’ora di affrontare sia il campionato che l’Eurocup, sia personalmente che come gruppo squadra. Uno dei miei migliori amici è Simone Fontecchio, con cui ho parlato molto quest’estate riguardo alla scelta di dove andare a giocare. E, oltre al discorso di Reyer, mi ha parlato molto anche della Legabasket italiana, che è un campionato cresciuto molto di livello negli ultimi anni, come testimoniano i giocatori di Nba ed Eurolega venuti a giocare qui quest’anno, per cui sarà sicuramente una competizione entusiasmante.

Rinunciare agli impegni con la Nazionale è stata una mia decisione, che volevo fortemente, perché volevo aggregarmi alla squadra e assumere un ruolo al suo interno il prima possibile, avendo già perso il training camp, occasione d’incontro con i nuovi compagni.

Esperienza

L’Eurolega è sempre stato il mio sogno, fin da bambino, la competizione che avrei sempre voluto giocare. Ero molto più attratto dall’Eurolega che dall’Nba. Ho lavorato duramente per arrivarci e sono stato molto fortunato per averla potuta giocare già a 22 anni e non aver mai smesso di fatto di frequentarla. Ho scelto Venezia anche perché la Reyer vuol fare un qualcosa in più, ha un progetto ambizioso, e quando mi è stato presentato ho colto questa sfida di aiutare la squadra a crescere anche a livello internazionale. Quindi sono molto grato, arrivato a questa età, stando ancora bene, divertendomi ancora a giocare a basket, di poter aiutare Venezia a raggiungere qualcosa di importante.

La nuova squadra

Sono qui solo da due settimane, ma ho visto cose molto interessanti e molto buone, abbiamo già dato delle dimostrazioni di quello che possiamo essere. Il processo però è lungo, per cui bisogna continuare a crederci e a crescere. Sicuramente abbiamo giocatori di spessore, ho visto ottime potenzialità, abbiamo giocatori che sono in questo club da tanto tempo. Sarà uno sforzo di squadra che dobbiamo fare, non tanto individuale: siamo sulla stessa barca e dobbiamo remare insieme, proprio perché la nostra deve essere una sinfonia, non una performance di singoli giocatori. Dobbiamo essere un’orchestra. Questa è sicuramente una sfida, adesso abbiamo altre partite che ci aiuteranno a migliorare la chimica. Il processo, ripeto, sarà lungo, perché diventare una squadra importante richiede un po’ di tempo, però sicuramente siamo sulla giusta strada e ci sono giocatori che hanno tutti lo stesso obiettivo.

Yankuba Sima

Ho scelto Venezia perché è per me una grande sfida, una situazione che mi permette di fare un passo avanti nella mia carriera. Arrivo in uno dei migliori club in Italia e sono grato che mi abbia voluto fortemente, un club che ha ambizioni di fare ulteriori step. Ho fatto quattro anni già di buon livello, con anche esperienze importanti a livello europeo, a Manresa. Ma, per me, è importante avere nuovi stimoli. Ho grandi motivazioni per provare a competere, provare a vincere. Non vedo quindi l’ora di affrontare questa sfida, di iniziare questa avventura, che per me è un’opportunità importante, e credo che la squadra abbia la caratura e la potenzialità per fare grandi cose, sia in Italia che in Eurocup, anche se non sarà per niente facile: dobbiamo guadagnarci tutto sul campo.

Dal punto di vista personale, data la mia giovane età, devo dire che i veterani mi hanno accolto molto bene. Abbiamo tanto talento, però dobbiamo saperlo sfruttare al meglio. Abbiamo già fatto vedere, in queste prime uscite, alcuni flash di quel che possiamo diventare. Naturalmente la strada è ancora lunga, ma credo che lavorando come stiamo facendo adesso potremo arrivare a toglierci grandi soddisfazioni, quest’anno.

Mentalità

Una delle chiavi del successo, per ogni tipo di squadra, è la mentalità comune dei giocatori. Io sono venuto qui perché voglio competere e vincere come squadra. Il basket non è uno sport individuale. Io darò il meglio di me stesso tutti i giorni, avendo la miglior mentalità possibile per la squadra, perché l’unica cosa che conta quest’anno, per me e per i miei compagni, è avere successi di squadra. E poi ogni grande squadra ha un roster lungo, per cui è normale che ci sia competizione interna. Però la cosa più importante è affrontare ogni giorno con il massimo impegno, lavorando duramente possibile per raggiungere gli obiettivi di squadra.

La nuova avventura

Questo nuovo passo in avanti nella mia carriera è una grande opportunità per me, perché sarà la prima volta che gioco fuori dalla Spagna, la prima volta che gioco una competizione importante come l’Eurocup e la prima volta che posso aiutare una squadra a vincere. Sono un giocatore di squadra, mi metto a totale disposizione dei compagni e dell’allenatore, per cui voglio far parte di questa squadra per puntare agli obiettivi più alti possibili e soprattutto fare qualsiasi cosa mi verrà chiesta.
Ho parlato molto con il coach e lo staff per quello che poteva essere il programma di Reyer. E poi, dopo aver ricevuto le informazioni dai diretti interessati, ho fatto ricerche sul club, sulla società, sul metodo di lavoro che c’è qui e si conforma molto a quello che sono io: la volontà di migliorare, la mentalità, la volontà di raggiungere traguardi importanti e di mettersi a disposizione per un qualcosa di grande e di comune.

La differenza tra il campo e la vita di tutti i giorni

Tutto parte dalla mia competitività: il campo da gioco è il mio terreno e lì dentro, ovviamente in senso metaforico, o colpisci o vieni colpito. Per cui tutto parte dalla motivazione e dalla grande voglia di avere successo all’interno del campo, visto che c’è un unico modo per farlo: mettere aggressività, intensità e desiderio di superare l’avversario. Viceversa, fuori dal campo, credo di essere una persona normalissima, che ama vivere in maniera tranquilla ed educata.

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