In una lunga intervista concessa a Luca Aquino sul “Corriere di Bologna”, Nico Mannion ha ripercorso la sua estate in palestra: “Ho passato cinque settimane in Arizona lavorando tanto in palestra: un paio di ore di allenamento individuale al mattino e poi un'ora e mezzo di pesi. Mi sono concentrato sul fisico per aggiungere peso. Credo che questo sia l'aspetto principale su cui debba lavorare, a maggior ragione in vista di una stagione con molte più partite del solito. La gente ha sempre avuto dubbi riguardo la mia taglia e la mia fisicità, voglio sgomberare il campo da questo punto di vista”.
Cosa gli ha lasciato questo anno travagliato dal punto di vista fisico? “A cogliere il bene e il male da ogni situazione e a sfruttare ogni occasione che ti si presenta davanti. Mi è servito a comprendere il basket europeo, una cosa completamente differente da ciò a cui ero abituato. Capire cosa significa fare il playmaker qui rispetto agli Stati Uniti, uno stile di gioco diverso che ho potuto apprendere lo scorso anno e che ho studiato anche nel corso dell'estate”.
Mannion ha anche parlato di cosa è stato più difficile da digerire del basket europeo: “Le spaziature. Sono una guardia di piccola taglia, sono sempre stato abituato a battere il mio difensore e arrivare al ferro approfittando degli spazi. Per un piccolo è più facile giocare in quel tipo di situazioni, mentre qui in Europa ad esempio non ci sono i tre secondi difensivi e le aree sono sempre piene. Ci aggiungo anche che, uscendo da quel tipo di estate, ero molto debole e qui la fisicità è molto maggiore che negli States: tutte queste cose combinate sono state una tempesta perfetta”.
Il playmaker classe 2001 dovrà dimostrare anche di essere uno da Eurolega: “Nella mia testa io sono di questo livello, se le altre persone non sono d'accordo è fuori dal mio controllo. È importante la mia fiducia e quella che mi dimostrano quotidianamente gli allenatori e i compagni di squadra”.
Intervistato da Matteo De Santis su “La Stampa”, Sergio Scariolo è da poco arrivato a Bologna dopo l’esperienza trionfale ad EuroBasket con la Spagna: “Sono passato da un lavoro di due mesi finito trionfalmente a uno che inizia con i soliti problemi: giocatori infortunati, i nuovi da integrare e così via. Ma va bene così: la motivazione aggiunta la si ricava dall'aggiustare le situazioni di tutti i giorni”.
Poi Scariolo ha sottolineato se la sfida tra EA7 Emporio Armani Milano e Virtus Segafredo Bologna può fare da traino per il movimento: “Sì e no. Sì perché entrambe elevano la reputazione del campionato e lo pongono su un palcoscenico superiore, no per la realtà atipica di tutte e due. Olimpia e Virtus sono di proprietà di due grandissimi imprenditori che investono una quantità enorme di denaro per ottenere dei risultati. Credo che la nostra rivalità possa essere più da traino per le altre società”.
Al palmarès dell’allenatore nativo di Brescia manca ora solo l’Eurolega, competizione che torna ad affrontare con la sua Segafredo: “Intanto sono contento e orgoglioso di tornarci dal campo, avendo vinto l'EuroCup. Dovremo essere umili ed equilibrati nel gestire vittorie e sconfitte: siamo dei quasi debuttanti in una delle edizioni di maggiore livello di sempre. La dimensione della Virtus, escluse le primissime e le ultimissime, è di inserirsi in quel gruppone di 8-10 squadre che lotteranno per andare ai playoff”.