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Il CEO Baraldi e la nuova Virtus Segafredo Bologna: “Mai avuto un gruppo così per competenza e coesione. L’obiettivo? Essere tra le prime 8 d’Eurolega”

Il dirigente bianconero ha parlato al “Corriere dello Sport”

Il CEO Baraldi e la nuova Virtus Segafredo Bologna: “Mai avuto un gruppo così per competenza e coesione. L’obiettivo? Essere tra le prime 8 d’Eurolega”

In una lunga intervista concessa a Luca Muleo sul “Corriere dello Sport”, il CEO della Virtus Segafredo Bologna, Luca Baraldi, ha subito fatto il punto sull’inizio di stagione bianconero: “Siamo molto soddisfatti. In sofferenza all'inizio contro Milano, e ancora di più contro Napoli, abbiamo recuperato situazioni complicate. Al di là di indiscutibili qualità tecniche, e nonostante assenze pesanti, questa squadra ha mostrato il carattere che ha”.

“Questo è il quinto roster di Virtus che vivo – prosegue Baraldi -: tra carattere e gestione, competenza e coesione, un gruppo così non l'abbiamo mai avuto. Lavorando, arriveranno soddisfazioni. Essere tra le prime otto di Eurolega? È l’obiettivo principale, per continuare a giocarla”.

C’è una possibilità di ottenere una licenza pluriennale per l’Eurolega: “Cerchiamo di meritare sul campo, l'Eurolega è in trasformazione e adesso non si riesce a vedere tanto oltre. Poi abbiamo un altro grande obiettivo, lo scudetto femminile. Non vuol dire che non penseremo al campionato degli uomini o alla Coppa Italia. Squadra e staff sono costruite per vincere”.

Il ritorno in Eurolega dopo 15 anni è “una soddisfazione enorme. Zanetti nel 2017 l'aveva promesso entro cinque anni insieme alla vittoria dello scudetto. Impegni mantenuti, dando una spina dorsale al dub, che oggi è esempio per molti e non solo nel basket. Poi siamo contenti per i nostri tifosi, sono di altissimo livello e meritano questo palcoscenico. Come gli oltre cento sponsor che ringraziamo e a cui diamo maggiore visibilità. Il loro ruolo è fondamentale: più ce ne sono e più si possono gestire meglio i costi per i tifosi, è una partnership anche sociale”.

La nuova sfida sarà avere un palazzo stabile di proprietà: “Costruire un impianto costa il doppio rispetto a due anni e mezzo fa. Pandemia e crisi hanno cambiato i modelli di fruizione e stiamo rivedendo la progettualità. Non si possono fare date, ma non ci sono rallentamenti nella volontà”.

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