Parlando a Fabrizio Salvio sul settimanale “Sportweek” dopo il debutto nella preseason NBA con gli Utah Jazz (5 punti segnati in 9 minuti sul parquet contro i Toronto Raptors), Simone Fontecchio ha parlato della grande opportunità presentatagli davanti ai suoi occhi in estate: “Era un’occasione da prendere al volo e che probabilmente non si sarebbe ripresentata. Sono contento che sia arrivata adesso. Sto cercando di godermela in tutti i modi. Ero sotto contratto con Baskonia, con una clausola di uscita valida per la NBA. I Jazz mi hanno offerto due anni garantiti, pagando il buyout al mio vecchio club. Mi avevano seguito coi loro scout, a capo dei quali c’è un italoamericano, Luca Desta, che quest’anno è venuto a vedermi parecchie volte”.
Fontecchio non è spaventato dalla possibilità di giocare pochi minuti: “Qualsiasi cosa succeda, la mia crescita di giocatore non verrà arrestata. Qui ci sono le strutture per lavorare al meglio: comunque vada, ne uscirò migliore. Ma il mio obiettivo è affermarmi, dimostrare che sono un giocatore da NBA, che posso stare a questo livello. È normale che, essendo nuovo di questo mondo, debba passare per la trafila, partendo dietro gli altri e facendo gavetta, come succede in qualsiasi lavoro. So a cosa vado incontro e sono consapevle che ci vorrà del tempo, ma essere qui è già una vittoria”.
Cosa fa credere a Simone Fontecchio di essere un giocatore che merita la NBA? “Il fatto che negli ultimi due anni con la Nazionale mi sono misurato contro giocatori di questa parte del mondo e ho retto l’impatto. Certo, è una pallacanestro completamente diversa da quella europea: ci vorrà parecchio lavoro, ma io davanti al lavoro non mi sono mai tirato indietro”.
I Jazz sono una squadra in rebuilding ma per lui non sarà un problema: “Il fatto che ci siano tanti giocatori nuovi può significare che ci vorrà tempo per fare gruppo, ma dall’altra parte può voler dire che ci saranno più opportunità. Io penso e spero di giocare soprattutto da “tre”, ala piccola, anche se potrà capitare di essere impiegato da “quattro”. Coach Hardy mi chiede di tirare: viste le mie caratteristiche è una buona cosa”.
Infine, Fontecchio non vede l’ora di affrontare LeBron James: “È stato uno dei miei idoli da bambino, non l’ho mai visto dal vivo e perciò sono molto curioso”.