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Il d.s. Gaddo e il modello Dolomiti Energia Trentino: “La nostra società si basa sul rispetto dei principi e dei valori che ci identificano"

Il dirigente bianconero ha parlato su “La Prealpina”

Il d.s. Gaddo e il modello Dolomiti Energia Trentino: “La nostra società si basa sul rispetto dei principi e dei valori che ci identificano"

Il direttore sportivo della Dolomiti Energia Trentino, Rudy Gaddo, parlando a Giuseppe Sciascia su “La Prealpina”, ha sottolineato del successo negli otto anni di Serie A di questo club: “Il segreto della nostra società andrebbe chiesto a Salvatore Trainotti, a chi ha fatto accadere questo e ha fatto crescere il nuovo d.g. Nardelli all’interno dell’ambiente: speriamo di aver appreso i segreti del patrimonio di credibilità costruito in questi anni. Picchi e forre dei risultati non sono interamente controllabili; lo sono il rispetto dei principi e dei valori che ti identificano, l’impegno quotidiano che ci metti e la fiducia che dai alle persone, al di là delle loro figure professionali”.

Si può puntare a costruire nel tempo anche senza traguardi di risultati immediati? “Vincere subito sarebbe un messaggio non realistico con le nostre possibilità. Bisogna essere coerenti con l’identità che hai scelto: credere nel lavoro, fidelizzare le persone, sviluppare i giovani costruendo percorsi adatti alla loro crescita e sfruttare il fatto che a Trento c’è un’alta qualità della vita”.

Gli affati estivi sono stati quelli di Flaccadori e Spagnolo, convincendo big di Eurolega come Bayern Monaco e Real Madrid a girare i loro talenti in prestito: “Fare mercato è più facile che altrove, almeno per determinati obiettivi: Trento offre altro rispetto al solo aspetto economico, il nostro biglietto da visita ci permette di essere attrattivi per certe fasce di giocatori. Italiani, ma non solo, come dimostra il ritorno di Lockett”.

La Dolomiti Energia Trentino si è poi solidificata grazie alla presenza costante in Europa e agli investimenti sul vivaio: “La coppa dà maggior margine di manovra sul mercato, ma poi migliora l’apertura mentale delle persone, dando stimoli forti ad allenatori, giocatori e dirigenti. Le giovanili vogliono creare giocatori per la prima squadra, ma soprattutto sono essenziali per parlare al territorio, altrimenti la squadra non ha radici. Noi ci crediamo, come dimostra il segnale forte di investire su Marco Crespi, ma è fondamentale anche l’aspetto sociale”.

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