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Marco Legovich e la prima vittoria stagionale della Pallacanestro Trieste: “Contento per il gruppo”. Gaines: "Il mio segreto per fare canestro è restare nella routine"

L’allenatore giuliano e il bomber americano sono stati intervistati su "Il Piccolo" e "Corriere dello Sport", assieme a capitan Deangeli su "Tuttosport"

Marco Legovich e la prima vittoria stagionale della Pallacanestro Trieste: “Contento per il gruppo”. Gaines: "Il mio segreto per fare canestro è restare nella routine"

Intervistato da Elisabetta Ferri sul "Corriere dello Sport", Frank Gaines, dopo aver realizzato 29 punti nel successo di Napoli, ha parlato delle sue capacità da scorer che lo hanno portato a segnare 1200 punti in Serie A: "Il mio segreto per fare canestro è quello di stare sempre dentro la mia routine, guardare molti video per studiare i movimenti e rimanere fiducioso, a prescindere da cosa accade durante la partita".

La stagione migliore in Italia, secondo lui, è stata la 2018/19 chiusa da top scorer: "In quella stagione sono cresciuto molto sotto il profilo mentale e anche globalmente come giocatore perché sono stato coinvolto nel ruolo di play per la prima volta nella mia vita: per questo devo molto al mio primo coach di quella stagione, Evgeny Pashutin, per avermi portato in Italia ed avermi lanciato una sfida con un nuovo ruolo da interpretare".

Dal suo arrivo nel campionato italiano, la Serie A è cambiata molto: "Decisamente, direi, sotto l'aspetto del talento diffuso: allora c'erano super team come Sassari, con Edgar Sosa e David Logan che dominavano le competizioni. Ora penso che ci sia più equilibrio e che ogni squadra possa battere in ogni momento chiunque, non importa il budget a disposizione".

Fuori dal campo, qual è il passatempo preferito di Gaines? "Adoro la fotografia, quindi mi piace esplorare e scattare foto durante le mie uscite". E a tal proposito, l'ambientamento a Trieste procede a gonfie vele: "La città è veramente bellissima e mi trovo molto bene. Ci sono due ristoranti che adoro, posti dove si prendono cura di me ogni giorno, gestiti da persone splendide".

Parlando a Roberto Degrassi su “Il Piccolo” dopo aver raggiunto la prima vittoria stagionale sul parquet di Napoli, coach Marco Legovich ha parlato di cosa significhi questo successo: “Sono contento per il gruppo dopo che nel corso dell'ultima settimana abbiamo fatto di tutto per dare una svolta. Abbiamo lavorato duro e ringrazio lo staff tecnico e i preparatori, anche la società si è fatta sentire, abbiamo esaminato video di squadra e individuali, abbiamo parlato singolarmente con i giocatori. Uno sforzo che ha prodotto un risultato ma se adesso ci cullassimo sull'impresa al PalaBarbuto commetteremmo un errore colossale. Questo deve essere un punto di partenza. Abbiamo fatto qualcosa di buono? Bene, non buttiamolo e vediamo di fare ancora meglio”.

Grazie alla zona difensiva, Trieste è riuscita a recuperare lo svantaggio del primo periodo: “Era necessario trovare continuità difensiva. Il ricorso alla zona era nel piano partita ma, attenzione, io non sono uno di quelli che pensano che sia una sorta di ciambella di salvataggio quando non si riesce a fare altro. Per fare una zona decente servono intesa, coesione, capacità di leggere gli attacchi avversari. Volevamo rallentare un po' il ritmo della Gevi. I giocatori hanno risposto bene e la crescita della tenuta difensiva ci ha dato quella fiducia di cui avevamo bisogno per migliorare di conseguenza anche in attacco. Si è rivisto il contropiede e soprattutto abbiamo perso solo sette palloni in 45 minuti”.

Coach Legovich, infine, non è distratto da sirene di mercato: “Io penso alla partita di domenica che non sarà semplice perchè Sassari possiamo considerarla per valore appena dietro le grandi. Mi occupo di lavorare in palestra e lo faccio con questo gruppo. Qualsiasi altra considerazione compete alla società”.

Lodovico Deangeli, capitano della Pallacanestro Trieste e uomo fondamentale nella rimonta biancorossa, ha parlato a Daniele Benvenuti su "Tuttosport" del successo appena conquistato: "La bellezza dell'impresa di Napoli è essere riusciti a vincere la gara 8 volte, perdendola soltanto 7. Finalmente è emerso il valore del gruppo e al tempo stesso la mia miglior prestazione in A: felice che le cose coincidano, altrimenti le mie statistiche avrebbero perso significato".

"Talvolta capita di vincere perché gli equilibri si incanalano a favore quasi subito. Questa volta è scattato qualcosa dentro noi: contro Tortona eravamo usciti tra fischi forse meritati. Ci siamo guardati negli occhi, ripromettendoci di cambiare", prosegue Deangeli.

La triestinità è il mantra per essere il capitano del club giuliano: "Sono il terzo capitano giuliano consecutivo dopo Coronica e Cavaliero, il mio mentore. Provo a meritarmelo, imparando e chiedendo consigli per trasmettere il senso di appartenenza soprattutto agli stranieri, arrivati senza sapere che qui la pallacanestro conta davvero tantissimo. Non abbiamo fatto ancora nulla, ma esserci sbloccati ha un'importanza capitale. Napoli è già passato, domenica arriva Sassari. Il mio ruolo naturale è quello di ala piccola ma, senza Lever, gioco quasi solo da 4: non fa niente, se posso rendermi utile alla squadra della mia città. Quando sogni qualcosa fin da bambino, è facile buttare il cuore oltre l'ostacolo".

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