È il 23 giugno del 2022, il primo giro di nomi del Draft NBA è stato chiamato e si comincia con il secondo turno. Gli italiani sono tutti con Gabriele e si mangiano le unghie in attesa di sentire pronunciare in maniera un po' yankee il suo cognome. Mark Tatum prende il posto di Adam Silver al leggìo e nomina altri cinque ragazzi: fino ad ora solo Nikola Jovic – scelto alla numero 27 dai Miami Heat – proviene da una squadra europea; per questo motivo un velo di pessimismo comincia a farsi presente visti i tanti talenti provenienti dai campionati del vecchio continente che ancora non sono stati presi in considerazione.
“With the 36th pick in the 2022 NBA Draft, the Portland Trail Blazers select Gabriele Procida from Como, Italy”
Sul grande schermo del Barclays Center di Brooklyn scorrono i video delle sue giocate mentre i Detroit Pistons si propongono subito per ottenere via trade il classe 2002, un concentrato di esplosività e talento che alla Draft Combine ha impressionato ben più di uno scout. L'avventura a stelle e strisce di Procida però non inizia subito, poiché lo spazio all'interno della squadra è poco e la franchigia del Michigan non desidera vedere il ragazzo stare in panchina per tutto l'anno. La decisione è quella di attuare il così detto “draft & stash”, ovvero scegliere il giocatore con una delle pick a disposizione e poi farlo crescere in un altro campionato; nel caso di Gabriele Procida la scelta ricade sull'ALBA Berlino, squadra tedesca famosa per lo sviluppo dei giovani talenti e che già è stata casa di un altro italiano attualmente in NBA, Simone Fontecchio.
Il nativo di Como si trasferisce nella capitale teutonica alla corte di Israel González, allievo storico di Aíto García Reneses da cui ha preso il testimone sulla panchina della squadra berlinese. I gialloblu sono un collettivo spumeggiante composto da giocatori giovani e da veterani, un mix perfetto che aiuta ad inserirsi in un contesto che per il classe 2002 è una novità assoluta. Non solo la possibilità di crescere imparando da chi ha già calcato palcoscenici di un certo livello, ma anche di potersi prefissare obiettivi ambiziosi essendo l'ALBA Berlino campione uscente della Bundesliga per il terzo anno consecutivo; inoltre i tedeschi partecipano anche all'Eurolega, questo permette a Gabriele di misurarsi con un doppio impegno di livello assoluto in un contesto di pallacanestro élitaria.
L'inserimento negli schemi di gioco di coach González è stato immediato nonostante un minutaggio non certo al pari di giocatori più determinanti. Sebbene il debutto in Bundesliga non sia stato dei migliori con appena 2 punti segnati frutto di un brutto 1/5 dal campo, di tutt'altra caratura è stato quello in Eurolega dove l'azzurro ha subito mostrato la pasta di cui è fatto: 12 punti segnati in 12 minuti grazie al 3/3 dalla media distanza e al 2/4 da oltre l'arco, a cui ha aggiunto 3 rimbalzi difensivi decisivi nel registrare un 13 alla voce valutazione contro il Partizan Belgrado. Galvanizzato dalla prima in campo europeo, pochi giorni dopo è arrivato il riscatto anche in campionato con un'altra grande prova da 11 punti in 16 minuti che ha soddisfatto non poco i propri tifosi e il capo allenatore.
Procida viene utilizzato prevalentemente in uscita dalla panchina dove può sfruttare il suo atletismo e la sua esplosività per dare energia e nuova verve alla squadra. Fisicamente è cresciuto a tal punto da aver iniziato a mostrare una certa pericolosità a rimbalzo; le lunghe leve ed una buona scelta di tempo stanno facilitando il suo sviluppo anche come difensore (soprattutto a livello perimetrale), senza però far mancare un importante apporto offensivo con conclusioni dalla media e dalla lunga distanza. Sebbene la sua dimensione naturale sarebbe quello di una guardia tiratrice con frequenti penetrazioni in area e chiusure al ferro, la sua maturità e comprensione del gioco permette agli allenatori di poterlo utilizzare anche come quello che gli americani chiamano 3&D, ovvero quell'archetipo di giocatore che possiede due valide armi nel tiro da tre punti e nella difesa.
La strada è ancora lunga, i chilometri da percorrere sono tanti come quelli che separano Berlino dalla Motor City di Detroit, ma parlando di grandi città e capitali sappiamo bene che Roma non è stata costruita in un solo giorno e allo stesso tempo diventare un grande campione richiede pazienza e sacrifici. Gabriele Procida è uno dei fiori all'occhiello della pallacanestro nostrana: nato sotto quel ramo di cui parla Alessandro Manzoni, a poco a poco ha preso il volo che lo ha portato nella capitale tedesca dove una nuova “Weltanschauung” lo aiuterà a diventare un fenomeno globale anche oltreoceano.
Redazione Overtime - Storie a Spicchi