Vicino all'aeroporto internazionale di Los Angeles, più precisamente nella Baia del Sud della contea della città più famosa della West Coast americana, sorge la città di Inglewood famosa per essere stata la casa dei Los Angeles Lakers. Non è propriamente un caso che venga chiamata la "City of Champions", specie se nel corso degli anni '80 del secolo scorso ha visto trionfare più di una volta due leggende della NBA come Magic Johnson e Kareem Abdul-Jabbar; se nasci però qualche anno dopo come Skylar Spencer, cresci con il sogno di poter un giorno far parte anche tu della storia gialloviola. Il classe 1994 oggi è il protettore dei ferri della Pallacanestro Trieste, un imponente ragazzo di 206 centimetri per 107 chili che sotto la guida di coach Marco Legovich vuole imporsi come una delle certezze di questa squadra; nell'ultimo turno ha registrato la sua miglior prestazione da quando gioca in Italia con 19 punti (8/13 dal campo), 13 rimbalzi, 3 stoppate e 26 di valutazione.
La carriera di Skylar Spencer comincia quando l'università di San Diego State gli garantisce una borsa di studio dove può continuare a crescere e perfezionarsi come big man sul parquet. Non potendo contare su una grande prolificità nonostante il ruolo di ala piccola, mette a disposizione degli Aztecs il suo fisico statuario e una perfetta scelta di tempo che lo rende un terrificante stoppatore a livello collegiale. Il nativo di Inglewood dopo un anno da freshman in cui deve trovare la sua dimensione cresce piano piano: aumentano il numero delle partite che passano dalle 27 disputate durante il primo anno alle 38 del suo senior year; migliora come rimbalzista e questo viene testimoniato dai numeri dove i 2.5 di media da freshman diventano 5.6 nell'ultimo anno a San Diego State. Infine rimane rilevante come Spencer riesca ad essere per tutti e quattro le stagioni il miglior stoppatore della squadra e uno dei migliori della nazione oscillando dalle 1.5 a partite ad un massimo di 2.5 al termine del junior year. Con gli Aztecs vince per tre anni di fila il titolo della Mountain West Conference (2014, 2015 e 2016), oltre a giocare la March Madness nelle sue prime tre stagioni disputando anche le Sweet Sixteen nella stagione 2013-2014. Raccogliere il testimone di un fenomeno come Kawhi Leonard non era certamente il più facile dei traguardi, ma Skylar Spencer ancora oggi detiene i record dell'ateneo per partite giocate (144), stoppate (303) ed è ancora saldamente nella top 10 dei migliori rimbalzisti (652 totali quelli raccolti).
Terminata l'esperienza collegiale non ci sono grossi spiragli per entrare nei sessanta del Draft NBA nel 2016 così decide di viaggiare attraverso le leghe più disparate: la sua prima esperienza da professionista avviene in Malesia con i KL Dragons, l'anno successivo torna negli Stati Uniti per disputare la stagione di G-League (la lega di sviluppo della NBA) tra i Fort Wayne Mad Ants e gli Agua Cliente Clippers (oggi Ontario Clippers) senza ottenere grandi soddisfazione; il ragazzone però non si scoraggia e ricorda un insegnamento del suo coach ai tempi di San Diego State: “ci sono solo due cose che puoi controllare: il tuo atteggiamento e gli sforzi che fai”. Infatti una volta scacciati via i brutti pensieri Skylar Spencer trova casa in differenti campionati europei: gioca una stagione per la Steaua Bucarest chiudendo con 11.1 punti, 8.5 rimbalzi e 2.4 stoppate la sua esperienza risultando uno dei migliori della squadra; nel 2019 si trasferisce in Lituania al Prienai salvo cambiare successivamente destinazione approdando in Finlandia con il Kauhajoki. La carriera da giramondo continua spedita con una annata da protagonista in Belgio vestendo i colori del Belfius Mons-Hainaut mettendo a referto 13.3 punti, 8.6 rimbalzi e 1.3 stoppate di media sfiorando la vittoria del primo storico titolo per la squadra fiamminga; lo scorso anno la sua meta è stata la VTB League dove ha giocato per il BK Astana, non una stagione particolarmente fortunata dal punto di vista dei successi (record 3-15), ma che gli ha permesso di atterrare in Italia sponda Trieste nell'estate del 2022.
Il nativo di Inglewood nel corso della sua carriera si è trasformato da ala piccola specialista del gioco nel pitturato a centro vecchio stile che fa del dominio dell'area il suo punto di forza maggiore. In un contesto come quello della compagine giuliana in cui centimetri e chili erano necessari per aumentare il peso specifico sotto il tabellone, Spencer si sta adattando piano piano alla velocità del nostro campionato e alle richieste di coach Legovich. Sopperisce alla mancanza di rapidità una scelta di tempo invidiabile sia nelle giocate difensive sia in quelle offensive: infatti mette in difficoltà l'attaccante avversario grazie al solo uso dei suoi mezzi fisici, mentre sotto il ferro nemico sfrutta le sue doti di finalizzatore rallentando la giocata di un tempo o inchiodando una poderosa schiacciata. Anche il suo pick and roll risulta un'arma difficile da contrastare principalmente perché risulta semi-impossibile spostarlo, in seguito il suo ingresso in area attira l'attenzione di almeno due marcatori costretti a raddoppiarlo per non vedersi segnare in faccia due punti; tuttavia questo tipo di soluzione lascia libero il portatore di palla di esprimersi oltre l'arco o di accomodarsi in area per un tiro dalla media distanza. Una delle doti più sottovalutate del numero 6 della Pallacanestro Trieste è sicuramente la difesa sul pick and roll avversario: grazie alla capacità di leggere in anticipo determinate giocate dell'attacco avversario, Spencer può condurre il rollante verso l'esterno forzandolo ad un tiro non previsto dal suo arsenale (ed eventualmente stopparlo) oppure fare pressione fisica sul portatore impedendogli di trovare uno spiraglio per il passaggio.
I veri campioni non sono solo quelli che riescono ad alzare trofei, ma anche coloro che riescono ad alzarsi e rinnovarsi; da Inglewood – la città dei campioni – a Trieste la strada è lunga e Skylar Spencer l'ha percorsa fino all'ultimo chilometro.
Redazione: Overtime - Storie a Spicchi