Parlando ad Andrea Tosi su “La Gazzetta dello Sport”, coach Brase ha raccontato di tutta la sua ascesa e dalla tanta gavetta compiuta: “Prima come giocatore ad Arizona dove ero in fondo alla panchina, utile solo per gli allenamenti, e poi come allenatore. Una carriera iniziata all'età di 24 anni, analista video nello staff di mio nonno, il mitico Lute Olson, membro dell'Hall of Fame e coach di Team Usa oro al Mondiale 1986. Lute era il padre di mia madre, è stato lui a ispirarmi e a spingermi a diventare allenatore. Poi mi sono spostato a Gran Canyon, ho preso il dottorato in leadership aziendale, quindi è arrivata la Nba: scout di San Antonio quindi il grande salto a Houston dove sono rimasto 10 anni ricoprendo tanti ruoli, anche come coach di Rio Grande, la squadra affiliata in G-League ai Rockets e come vice di Mike D'Antoni. In ultimo sono stato vice a Portland prima di accettare l'offerta di Varese”.
Il sistema dell’Openjobmetis del “corri e tira” si ispira molto alla filosofia di coach Mike D’Antoni: "Mike mi ha insegnato tanto, due anni con lui sono stati importanti. La mia filosofia è prendere il primo tiro buono subito e non speculare sul cronometro: non è detto che quello che prenderai sui 24" sarà migliore di quello che avresti potuto prendere dopo 5". Ovviamente occorre equilibrio in campo. Definirei il tutto come “efficiency and spacing”, avere le spaziature giuste per costruire un tiro a più alta percentuale”.
Ma c’è una similitudine con il modello NBA in questa Varese? “È un punto di riferimento ma non il modello assoluto. In Nba ci sono 30 squadre con 30 budget milionari e 30 stili di gioco che vanno interpretati. Dalla Nba abbiamo importato le analitycs, cioè un sistema per valutare non solo attraverso le statistiche le prestazioni dei giocatori in partita e in allenamento. Ci serve per capire il loro potenziale sviluppo e preparare la prossima partita”.
Qual è ora l’obiettivo dell’Openjobmetis? “Da quando ho iniziato questa avventura, coi dirigenti non abbiamo mai parlato di raggiungere i playoff. L'obiettivo della squadra e dei singoli è quello di migliorare giorno dopo giorno. Un processo che mi sta coinvolgendo molto. Vedremo dove ci porterà. Ho molta fiducia”.
E questa sera alle 19 ci sarà la grande sfida contro la Virtus: “Dobbiamo vivere questa sfida come un'opportunità per misurarci contro una grande avversaria e un grande allenatore. Un test che ci dirà chi siamo e dove potremo arrivare. Mi aspetto che i miei giocatori dimostrino tutte le loro qualità. È l'occasione giusta per farlo”.