MILANO — Poteva essere una tranquilla sconfitta, contro una squadra obiettivamente più forte. Si è trasformata nell'ultima chance per evitare di giocarsi il futuro, la faccia e il blasone in un'unica partita. La gara di questa sera al PalaScalvo di Siena contro la Mens Sana è di quelle che l'Olimpia di Pippo Faina non dovrebbe vincere, sulla carta, nemmeno se la giocasse cento volte. Troppo superiori gli avversari, troppo scaltro e preparato il tecnico Ataman, che all'andata fece andare fuori dai gangheri Bullock con la marcatura asfissiante del giovane Rossetti, troppo caldo il pubblico di Siena. Insomma, se non fosse la partita della disperazione, questa Adecco a Siena poteva anche fare a meno di andarci. E invece occorre appellarsi al cuore biancorosso, alla grinta di Rusconi nel duello contro Chiacig, alla mano di Bullock e alla sua difesa contro Stefanov, al lavoro di Turner in copertura su Gorenc che all'andata ridicolizzò il malcapitato Horton. Non è e non deve essere una partita normale ma una vera battaglia sportiva, dove l'Olimpia deve dimenticarsi la classifica, la cabala, la fatica, l'ultima partita contro Imola, lo spettro delle retrocessione, il futuro societario. Occorre giocare a basket uniti come una vera squadra, mettere ogni stilla di sudore sul parquet senese e rischiare il tutto per tutto, in quaranta minuti giocati all'assalto.
Maurizio Trezzi
Maurizio Trezzi
