Piero Bucchi, coach del Banco di Sardegna Sassari, è stato intervistato da Andrea Tosi su “La Gazzetta dello Sport”, parlando del suo basket champagne molto offensivista: “La difesa è importante, ma non sono mai stato un difensivista a oltranza. Molto dipende dal tipo di play che detta i ritmi alla squadra. Sassari è stata costruita attorno a Robinson e c'è anche Dowe, finalmente recuperato da un lungo infortunio, a completare la regia. Tocca a loro creare i tiri per se stessi e per la squadra. L'importante è che siano tiri aperti, abbiamo i giocatori capaci di convertirli a canestro. Non voglio forzature”.
La Dinamo viene dal netto successo interno contro la Carpegna Prosciutto Pesaro (110-74): “Abbiamo giocato bene, cercando i nostri tiri. E voglio sottolineare che mancava Robinson, quindi la produzione offensiva è stata spalmata al meglio su tutti i giocatori scesi in campo. Non abbiamo una vera stella, la nostra forza è il collettivo che può esprimere molti giocatori capaci di essere protagonisti. Ora sta crescendo Dowe. Mi aspetto molto da lui. In generale, però, dobbiamo trovare più continuità: in mezzo alle prove contro Brindisi e Pesaro abbiamo perso a Napoli giocando sottotono”.
Adesso l’obiettivo della Dinamo sono i playoff? “Innanzitutto dobbiamo continuare a migliorare il nostro gioco, questa è la priorità. Il campionato è difficile, più competitivo rispetto agli anni passati e anche il livello medio si è alzato. Non ci sono partite facili, Reggio da ultima ha battuto Milano capolista. Non ci nascondiamo: i playoff sono nel nostro mirino. Ma ci sarà tanto da lottare e da sgomitare”.