Parlando a Piero Guerrini su “Tuttosport” e ad Andrea Barocci sul “Corriere dello Sport”, il coach della Germani Brescia si è aperto per raccontare il modo in cui la sua squadra è arrivata a conquistare la Frecciarossa Final Eight 2023: “Non era scontato, né facile, ma credo che questa squadra abbia sempre avuto consapevolezza del suo potenziale. La chiave può essere stata interpretare la Coppa come una parentesi che ci togliesse da scorie e negatività che ci eravamo creati in campionato, provando a giocare la pallacanestro con mente un po' più sgombra, partendo da basi di qualità tecnica e tattica. Affrontare subito Milano è stata una fortuna dal punto di vista motivazionale e mentale. Però siamo riusciti a giocare, soprattutto in difesa, con un'attenzione e un impegno fisico e mentale importante, raggiungendo vantaggi notevoli e, una volta ripresi, resistendo”.
Cosa siginifica questo successo per Magro? “Nel nostro lavoro, serve la capacità di farsi trovare pronti se capita l'occasione. Tante volte ci vuole fortuna, tantissimi bravi coach non l'hanno mai avuta. Io sono stato molto fortunato a trovarmi in un gruppo di lavoro in cui dovevo ascoltare per imparare con Pianigiani, Banchi e Crespi a Siena, mi sono forgiato, poi ho preso a camminare. E a Brescia ho un rapporto speciale con il presidente Ferrari. Nel 90 per cento dei casi non sarei stato in Coppa Italia dopo tante sconfitte. Questa dà molto valore a quello che stiamo provando a fare di squadra, di staff, una pallacanestro seria. Seguendo il modello che io ho avuto la fortuna di vedere. Quando si parla di Siena la gente storce il naso, io semplicemente, avendolo vissuto, ho sempre preso quel modello di lavoro”.
Dal punto di vista personale, Magro ha battuto tre grandi come Ettore Messina, Jasmin Repesa e Sergio Scariolo: “Siamo consapevoli di aver fatto un percorso di alta qualità per il basket espresso, soprattutto dal punto di vista difensivo. Perché non potevo pensare di vincere contro tre allenatori con molta più esperienza di me senza la difesa. Ho avuto la fortuna di lavorare in passato come assistente in un gruppo di lavoro come quello di Siena che mi ha insegnato tutto. Ero abituato a calcare tanti palcoscenici e disputare gare anche di Eurolega, però è ovvio che da capo allenatore cambia ogni cosa. Questo successo arriva da un livello di consapevolezza che, attenzione, non è arroganza. Ma certezza che, nonostante tutto, prima di Torino eravamo stati in grado di competere con tutti. Questo successo per me è importantissimo personalmente: stiamo parlando di qualcosa che è frutto del lavoro, e su questo dobbiamo costruire il nostro futuro. In ogni caso, da questi tre coach posso solo imparare. Ed ispirarmi. Avvicinarmi a loro mai”.
Adesso Brescia può puntare ai playoff? “Qui dobbiamo essere ancora una volta molto bravi da un punto di vista mentale, a goderci il momento in questi 5 giorni, poi torniamo a sbuccciarci ginocchia e gomiti. Abbamo giocato una pallacanestro di buon livello, dobbiamo approcciare ogni partita di campionato ed Eurocup e poi se ci qualificheremo, proveremo a giocarcela”.