In un’analisi compiuta da Paolo Bartezzaghi su “La Gazzetta dello Sport” riguardo la Dolomiti Energia e il suo modello di società con soli 4 stranieri e tanti italiani in copertina, il direttore generale Andrea Nardelli ha così parlato della sua squadra: “Puntiamo sugli italiani per creare un'identità, Trainotti (il precedente DG, ndr) è stato l'ideatore del club e mio mentore. La società continua sulla strada tracciata senza perdere la bussola, con l'obiettivo di costruire qualcosa al di là dell'ansia da risultato. La vittoria è imponderabile. Vorremmo che l'Aquila da prodotto diventi un asset del territorio. Siamo nati con la passione di un gruppo di amici, ora il nostro lavoro non è solo sportivo. Luca Lechthaler, l'ex giocatore, segue un progetto di tifo nelle scuole elementari e medie. Abbiamo AquiLab impegnata nel sociale con 15 realtà del terzo settore. Con One Team di Eurolega, lavoriamo al carcere di Spini. Il marketing punta sulla sostenibilità ambientale. Stiamo investendo sul prodotto partita perché dopo il Covid dobbiamo conquistare nuovi tifosi o riconquistare chi si è allontanato, con iniziative rivolte soprattutto a famiglie e bambini”.
Nardelli ha anche spiegato la scelta di inserire Marco Crespi a capo dell’Academy: “La scelta di Crespi è significativa della volontà di consolidare il rapporto tra società e territorio. L'Academy comprende 35 società. Con Marco abbiamo impostato un nuovo metodo di lavoro che va oltre il campo da basket”.
Proprio Crespi spiega poi il progetto dell’Academy: “Chi sceglie Trento, vive a Trento, non gioca solo a Trento. Il settore giovanile comprende un percorso formativo, lo sport non è solo l'affinazione del gesto tecnico. L'Academy copre il tempo che passa dalla campanella della fine delle lezioni a scuola all'inizio dell'allenamento. I ragazzi che vivono nella foresteria fanno esperienza nel sociale con Trentino solidale, per la raccolta e distribuzione di cibo a chi ne ha bisogno. Per noi la solidarietà non è fare una foto nella sede della onlus con la superficialità della comunicazione di oggi. I ragazzi si devono coordinare, lavorare di squadra anche fuori dal campo. In foresteria devono imparare a organizzarsi, responsabilizzarsi”.
Con il ds Rudy Gaddo sul “Corriere del Trentino” e parlando a Luca Aquino, invece, si è tornati più sull’attualità, partendo dalla sfida di domenica contro la Germani Brescia, fresca vincitrice della Coppa Italia: “La partita più difficile che avremmo potuto affrontare, però come sempre ce la vogliamo giocare per replicare prestazioni importanti che abbiamo già avuto in stagione. Brescia ha una qualità di roster da prime cinque posizioni che non era in discussione nemmeno nel momento difficile delle sei sconfitte in fila”.
Il dirigente dà poi un primo giudizio sulla stagione della sua squadra: “Si sono mescolate le difficoltà dovute agli infortuni allo sviluppo del progetto tecnico costruito in estate. È presto per dire se saremo capaci di portarlo fino in fondo, ma siamo contenti di essere riusciti a consolidare l'identità italiana, con gli stranieri che hanno aiutato a cementare il gruppo. I risultati sono stati ondivaghi per gli infortuni, ma siamo in corsa per i playoff in campionato e di rincorsa per quelli di Eurocup. Adesso arriva il bello, vediamo se saremo capaci di finalizzare le premesse create”.
L’obiettivo in Serie A sono i playoff? “C'è tanto equilibrio, intanto partiamo per assicurarci la salvezza, che necessita ancora di una o due vittorie. Poi i playoff sono il sale di questo sport e questo è un gruppo competitivo. Provarci è doveroso senza la pressione di doverlo raggiungere per forza, perché non sognare”.
