Descriversi in tre aggettivi è stato semplice: bravo ragazzo, giocherellone e solare l’identikit di un giovane talento dalla faccia pulita. Emanuele “Lele” Caiazza, classe 2003 in forza nel club gialloblù di Scafati Basket, al momento in zona salvezza è un under che si sta confrontando con la prima squadra lavorando duro. Il suo obiettivo? Studiare i veterani, rubare con gli occhi per diventare grande a sua volta.
“L’amore per la pallacanestro è nato grazie a mio padre e anche grazie a lui ho iniziato a giocare. Quando ero piccolo mi portata a vedere qualsiasi allenamento della squadra della mia città, da quel momento la passione è cresciuta sempre più al punto che mi sono innamorato di questo sport”.
Cresciuto tra le fila delle squadre giovanili della Campania tra cui Felice Scandone Avellino, Virtus Arechi Salerno, nel 2022 nell’Academy Basket. L’esordio con la prima squadra non tarda ad arrivare quando viene tesserato con la Givova Scafati.
“Giocare a Scafati è un’ottima opportunità ed essere arrivato in Serie A è davvero un grande onore. Essendo il più piccolo ho sicuramente molti occhi puntati addosso, nel mio piccolo cerco di comportarmi come qualsiasi giocatore dando il massimo in allenamento e in campo”.
A dicembre Emanuele muove i primi passi con la maglia azzurra rispondendo sì alla chiamata di coach Alessandro Magro, CT della Nazionale Maschile Under 20 per il raduno di Brescia dal 27 al 29 dicembre 2022: “È stata un’esperienza stupenda, la prima per me in maglia azzurra e sono veramente onorato di essere stato chiamato tra i 16 di coach Magro. In quei tre giorni a Brescia ho dato tutto me stesso lavorando sodo”.
Pochi giorni dopo con l’arrivo dell’anno nuovo, precisamente il 2 gennaio 2023, nel derby campano contro la GeVi Napoli vinto dalla Givova per 96-61, coach Attilio Caja nell’ultimo quarto mette in campo il giovane playmaker che segna il suo primo punto e il primo tiro libero in Serie A.
“Sono onorato di essere l’11esimo/12esimo con la prima squadra, spero sia l’inizio di un lungo percorso di permanenza in Serie A. L’esperienza con coach Attilio Caja è stata formativa soprattutto per un under come me. È un allenatore molto esigente e che pretende molto dai suoi giocatori sia in palestra sia in campo. Allenandomi con lui ho migliorato il lato difensivo e gli sono grato perché in pochi mesi mi ha insegnato molto aiutando il mio basket a crescere. Adesso sono curioso di poter imparare dal nuovo coach Sacripanti”.
Il talento di Caiazza è esploso soprattutto durante il torneo della IBSA Next Gen Cup 2022/23 in cui il playmaker gialloblù ha messo nel suo tesoretto un totale di 90 punti nella tre giorni del primo concentramento di Pesaro realizzando rispettivamente 30, 27 e 33 punti in campo contro Brescia, Venezia e Milano. Nel secondo concentramento di Trento e Rovereto, la sorte non è stata dalla sua parte, dato che il malleolo peroneale della gamba destra ha fatto crack nel match contro la squadra di casa della Dolomiti Energia Trentino. Nonostante ciò, ed essendo un quasi 20enne in un gruppo di Under 19, “Lele” ha vestito spesso i panni del leader:
“Durante la Next Gen ho semplicemente provato ad aiutare la squadra al meglio, essendo io il più grande sento delle responsabilità nei confronti del gruppo. Considero questo torneo tra i migliori a livello giovanile dove giocano i migliori talenti della Serie A. Trovo che sia una grandissima opportunità per i giocatori per mettersi in mostra, conoscere nuove persone e fare gruppo”.
Alla domanda su che tipo di persona sia Emanuele dentro e fuori dal campo si definisce “ambizioso e uno a cui piace lavorare sodo”. La routine prepartita è schematica in movimenti abitudinari per non spezzare le cabale. “Prima di ogni partita svolgo sempre la stessa routine, sono una persona abitudinaria, la playlist nelle mie cuffiette e la stessa ogni volta. Unico vezzo? Forse allaccio di più la scarpa sinistra della destra”.
Il suo sogno nel cassetto? Quello di tanti givani cestisti alla sua età, ossia diventare un giocatore professionista con costanza ad alto livello. Ciò accade anche grazie al supporto delle persone che ti sostengono in questo percorso.
“Il basket è uno sport fisico, ma soprattutto mentale ed è importante avere le persone giuste al proprio fianco che ti aiutino tutti i giorni. Io ho la mia famiglia che da sempre mi sostiene e poi… ho trovato la persona giusta e che mi fa stare bene, insomma il mio canestro migliore (sorride, ndr), la mia ragazza”.
La chiacchierata con “Lele” è stata un viaggio attraverso i profili del panorama cestistico campano della Serie A dove la ricetta è fatta di scarpe giuste allacciate in modo differente ma con le punte dritte verso i propri obiettivi. La cazzimma c’è, non resta che aspettare il momento giusto per tornare in campo a lottare.
Buona pronta guarigione.