Rassegna Stampa

Happy Casa Brindisi, coach Vitucci dopo il traguardo delle 650 partite in Serie A: "Bello, non capita a tutti. Non ho mai avuto timore di rimettermi in discussione

Il coach di origini veneziane ha parlato su "La Nuova di Venezia e Mestre"

Francesco Vitucci allena

Intervistato da Michele Contessa su “La Nuova di Venezia e Mestre”, Francesco Vitucci ha parlato del traguardo tagliato dieci giorni fa delle 650 panchine in Serie A: “Bello, molto bello, non capita a tutti gli allenatori di collezionare così tante presenze in Serie A. Nel nostro mestiere bisogna avere anche un briciolo di fortuna per non uscire dal giro. Io non ho mai avuto timore a rimettermi in discussione dopo aver attraversato qualche momento più complicato”.

Vitucci ha poi raccontato da dove è nato il suo amore per la pallacanestro: “Era impossibile quando ero giovane non innamorarsi del basket, soprattutto in una realtà come Cannaregio (un sestiere di Venezia, ndr) dove proliferavano molte società, con la Reyer che catalizzava attorno a sè una passione indescrivibile tra i ragazzi e i meno giovani. Fin da bambino pensavo di fare l'allenatore, la mia comfort zone era l'oratorio della Madonna dell'Orto, a 15 anni avevo già sostenuto il primo corso allenatori. Poi Iniziai alla Laetitia e nel 1980 ero l'assistente di Emilio Greco nella squadra che vinse il titolo italiano Propaganda. Emilio poi fu chiamato alla Reyer, poco dopo lo raggiunsi e nei primi due anni mi dedicai alle formazioni giovanili”.

Vitucci ha anche raccontato i momenti più esaltanti della sua carriera: “Tanti, mi vengono in mente le due salvezze ottenute prima a Torino e poi a Brindisi, subentrando a stagione in corso e partendo da una situazione estremamente difficile, la splendida cavalcata con Varese. Escludendo ovviamente le due promozioni in Serie A ottenute con Reyer e Imola. In questa stagione la partita più "sentita" è stata quella in casa contro la Virtus Bologna quando siamo riusciti a rimontare 24 punti in 11', è stata la svolta della nostra stagione”.

Sul giocatore più forte che abbia allenato, Vitucci non ha dubbi: “Bryant Dunston, a Varese, anche se ho avuto la fortuna di incrociare tanti campioni. Lui fece davvero la differenza quell'anno a Varese. Ho il rimpianto che si infortunò nella semifinale contro la Montepaschi Siena, altrimenti saremmo arrivati noi a gioc

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