Intervistato da Andrea Tosi su “La Gazzetta dello Sport”, il coach della GeVi Napoli, Cesare Pancotto ha fatto un breve recap sulla stagione dei campani: “Il nostro è stato un percorso a ostacoli, dovuto ai tanti cambiamenti, senza colpe specifiche e senza colpevoli. Da due mesi abbiamo trovato la struttura e gli equilibri giusti che ci hanno permesso di vincere anche partite fuori casa. Ora il destino è nelle nostre mani: abbiamo un calendario durissimo, domenica arriva Venezia in grande salute, poi andremo a Milano e poi avremo Tortona. Ma la squadra ha maturato una nuova consapevolezza, mi piace dire che si è evoluta, un aspetto che mi dà fiducia perché come allenatore cerco sempre soluzioni nuove e proiettate nel futuro. Non mi sento il "nonno" della Serie A, Sakota è più vecchio di me e in A2 c'è Sacchetti che ha la stessa età. Semmai sono uno zio ancora attivo e con tanta passione per questo gioco che mi ha portato ad attraversare 37 stagioni in panchina, esordiente nel lontano 1984 anche se solo adesso comincio a capirci qualcosa... E non è una battuta”.
La struttura della GeVi si basa su tre americani di spessore: “Il play Howard, l'ala Stewart e il centro Williams sono il brand Usa che ci spinge ma dietro questo trio c'è anche un brand italiano formato da Uglietti, Zerini e Dellosto che con sacrificio e lavoro sporco ci dà sostanza. Williams col suo gancetto un po' vecchio stile tocca il 60% da due, lui è la sintesi del nostro sistema che privilegia le soluzioni in area piuttosto che il tiro da tre”.
Pancotto ha poi esaltato i progetti a lungo termine della società: “Il presidente Grassi e i suoi soci hanno progetti importanti per questa GeVi che vogliono portare in alto. C'è solidità economica e ambizione per fare bene ma occorre tempo per stabilizzarsi. Questo è solo il secondo anno di Serie A. Per proseguire nel nostro percorso, vogliamo centrare la salvezza a tutti i costi”.