In un post diffuso sui social, il presidente Vazzoler ha così festeggiato la salvezza raggiunta dalla sua NutriBullet Treviso dopo il successo in volata contro Bologna:
"A 20 secondi dalla fine sei sotto di 4 palla mano alla squadra prima in classifica. Dopo un canestro da 3 di capitan Zanelli che, rivisto, trascende da ogni logica, un 1 su 2 di Shenghieia dalla lunetta per fallo a metà campo ti trovi a 10 secondi dalla fine palla in mano sotto di 2. A 2 secondi e mezzo dalla fine, dopo un coast to coast di Adrian con canestro e fallo e tiro libero successivo realizzato, siamo sopra di 1. E il tuo cuore ricomincia a battere.
I successivi time out in sequenza allungano lo stillicidio e stressano le coronarie. Fallo tecnico per infrazione su rimessa, Belinelli in lunetta sembra la sentenza definitiva per i supplementari
e invece sbaglia così come sbaglia l'ultimo tiro dopo la rimessa.
20 secondi durati 8 minuti di fatto vissuti in apnea.
E allora che festa sia.
Gioia e commozione nel volto di tutti gli oltre 5000 al palazzo, abbracci liberatori al termine di una stagione incredibile. Classifica ai limiti dell'assurdo con 4 squadre ancora coinvolte per la lotta alla retrocessione e a soli 6 punti dalla zona play off.
Ieri il Palaverde ha visto una squadra meritarsi tutto l'affetto di chi c'era e di chi avrebbe voluto esserci e gli oltre 5000 presenti sulle tribune aiutare dagli spalti con un tifo incessante e partecipe i ragazzi in campo.
Ecco questa è la pallacanestro , ma soprattutto questa è Treviso Basket.
Una maglia, una passione, una squadra che non è tale senza i suoi tifosi, senza la città che rappresentano. Questa è Treviso Basket com'è stata finora nei suoi momenti più magici e come sogno possa essere ogni domenica anche il prossimo anno quando Treviso sarà ancora fra le 16 squadre di Serie A."
Intervistato poi in giornata da Mattia Zanardo su “Il Gazzettino – Treviso”, il numero uno di Treviso Basket ha anche raccontato gli attimi del post-partita: “"Non era rimasto ormai quasi più nessuno al palazzetto, ero svuotato di energie, mi sono steso sul parquet. Mia figlia mi ha detto: "Hai visto cosa c'è dietro di te?": il logo Legabasket. Ho pensato con gioia: tra tre mesi e mezzo, quando ricomincerà la stagione, Treviso Basket sarà ancora lì, tra le 16 della Serie A".
Il successo è stato uno di quelli da ricordare: “Giocavamo contro una squadra da Eurolega, che doveva vincere per conservare il primo posto e non era più condizionata dalle coppe. Alla mattina abbiamo avuto la sorpresa dell'infiammazione al gomito di Jantunen. Potevamo disperarci, invece ce la siamo giocata. Bravissimo Marcelo a toccare le corde giuste, bravissimi i ragazzi a reggere emotivamente e fisicamente: è stato un superpiuma che batte un peso massimo".
Il traguardo della salvezza raggiunta può dirsi soddisfacente? “A inizio stagione avevo detto: "Vorrei che la squadra faccia divertire e innamorare la piazza". In alcune partite ci siamo riusciti, in altre abbiamo fatto arrabbiare, meritandoci le contestazioni. Ci siamo salvati sul campo come l'anno scorso. Con un girone di ritorno importante, abbiamo riscattato prove non così gloriose dell'andata. E l'abbiamo fatto in un campionato molto strano e apertissimo".
Ci sono un po’ di rimpianti per non aver agguantato il treno playoff? “Assolutamente no. Sarebbe anzi da arroganti: abbiamo corso a lungo sull'orlo di un precipizio e ci voleva un nonnulla a farsi male. Dunque, bene così: come ogni cosa conquistata con sofferenza, questa salvezza ha un valore elevato. Si può sempre migliorare e il prossimo anno cercheremo di arrivarci prima”.