In una lunga intervista concessa a Piero Guerrini su “Tuttosport”, coach Legovich ha raccontato della sua annata da debuttante, vissuta “in primo luogo con grande orgoglio: dopo 7 stagioni da assistente un'opportunità unica per me e per il panorama cestistico del momento. Non è così comune avere il coraggio di questa società. Da triestino l'orgoglio è più grande, un'extra motivazione. E i proprietari subentrati mi hanno confermato fiducia, inattesa dopo i ko con Reggio Emilia e Scafati”.
Legovich ha anche ricordato di quando disse a Lodovico Deangeli – allora 13enne – che si sarebbero ritrovati in Serie A: “Allenavo la rappresentativa provinciale di Trieste, Deangeli era di un'altra società, mi colpì la sua passione e voglia di migliorare. A fine torneo dissi che se avesse mantenuto passione e fame, Lodovico sarebbe arrivato in A. Io però non mi immaginavo in A, non così presto”.
Il coach ha anche raccontato di come la squadra abbia reagito al caso doping di Davis: “È stato un altro imprevisto e spartiacque, l'abbiamo appreso scendendo dal pullman al palasport di Sassari. Ci ha fatto bene subito dopo Sassari viaggiare e stare tre giorni a Pesaro. Lì abbiamo potuto parlare, preparaci, superare il momento. Il gm Ghiacci è venuto a trovarci, ci siamo compattati ancor più. A Pesaro siamo crollati nel finale, con Verona abbiamo giocato 2 quarti di gran rabbia, abbiamo subito rimonta ma siamo stati bravi a reagire”.
L’allenatore giuliano viene dalla scuola di Dalmasson e Ciani: “Ho lavorato con grandi due capi allenatori come Eugenio e Franco che mi hanno dato tanto con spunti diversi, è il bello di avere più persone al fianco. Poi studio da autodidatta, guardando tantissima Eurolega, confrontandomi. Importantissima la Nazionale Under 20 con Magro, non solo uno dei migliori, ma con lunga esperienza anche da assistente”.