Queste le parole di Sergio Scariolo:“Complimenti all’Olimpia. Come in tutte le partite della serie questa sera la squadra di casa ha avuto più energia dell’altra e alla fine ha vinto, quindi il fattore campo alla fine è stato decisivo. Devo dire che sono molto molto orgoglioso dello sforzo fatto dai miei giocatori, non solo in questa partita in cui evidentemente, soprattutto nei veterani, avevamo veramente poca benzina rimasta, ma per tutta la stagione hanno dimostrato una tremenda coesione, un grandissimo orgoglio competitivo, una compattezza e una capacità di superare i momenti molto difficili, specialmente quando abbiamo avuto molti giocatori infortunati. Abbiamo giocato un incredibile playoff, ho la sensazione che tutti hanno dato 100% di se stessi, ovviamente puoi essere amareggiato della sconfitta, ma non puoi essere deluso o arrabbiato. Voglio ringraziare tutti, ciascuno dei membri degli staff, tecnico, fisico, la società per aver fatto un grande sforzo per arrivare a lottare veramente fino all’ultimo senza mollare neanche oggi in una partita in cui i 12 punti iniziali sono stati lo scarto finale. Come detto complimenti all’Olimpia ma sono molto orgoglioso dello sforzo della nostra squadra.
Rimpianti? Non ho assolutamente rimpianti dal punto di vista del rendimento della squadra, di quello che abbiamo fatto: abbiamo giocato una grande pallacanestro, di grande livello, non a traino delle tendenze del pick’n’roll e dei tiri da tre punti, abbiamo diversificato i nostri attacchi, attaccando dentro l’area e fuori con grande varietà. Quando abbiamo trovato la salute siamo anche riusciti a diventare un’ottima squadra difensiva come abbiamo dimostrato oggi tenendo Milano a 67 punti. Dal punto di vista del gioco e della pallacanestro sono molto contento e non posso dire una singola parola di rimpianto. Oggi un sacco di tiri aperti che abbiamo costruito non ci sono entrati e non siamo mai riusciti a sbloccarci con una striscetta di 2-3 tiri di fila che costruisci con un paio di metri di vantaggio sul difensore, non entrano. L’ultimo minuto della partita della regular season, ma la stagione è finita e conviene pensare alle cose che non sono state fatte bene in tre finali. Siamo arrivati in tre finali, nessuno ci è riuscito, abbiamo lottato il primo anno di Eurolega strenuamente nonostante abbiamo avuto per 3/4 di stagione giocatori cruciali fuori: non posso assolutamente parlare di rimpianti.
Non abbiamo mai fatto canestro nonostante la caterva di tiri aperti presi: per quanto tu possa difendere a zona, con i piccoli con i lunghi, hanno dato un po’ di rendimento, ma in attacco non abbiamo mai fatto canestro e soprattutto abbiamo sbagliato tanti tiri aperti all’inizio mettendoti addosso uno zaino pesante di calo di fiducia che non siamo mai riusciti a toglierci dalle spalle. Abbiamo avuto momenti isolati, ma non siamo stati in grado di trasformare in canestri le opportunità di tiro che ci siamo creati.
Non posso chiamare rimpianto il non aver avuto un rinforzo sotto canestro. La necessità è stata evidente tutti lo sapevamo, se c’è la possibilità lo fai altrimenti non ci stiamo a girare troppo intorno. Siamo orgogliosi di essere arrivati sino alla 7 partita, lottando fino alla fine, essendo una delle poche squadre europee a non essersi rinforzata: a questo punto rimane non un rimpianto ma un motivo d’orgoglio. Siamo partiti con determinate forze e siamo arrivati alla fine giocandoci una settimana partita, di una finale bellissima, perdendo perché gli altri hanno giocato un filo meglio di noi la settima partita per via dello stimolo di giocare davanti ai loro tifosi.
Avere pareggiato le partite con Milano è un grande orgoglio per noi: sappiamo qual è la dimensione dei nostri avversari, ma non ci siamo rassegnati a questa dimensione. La differenza è la realtà delle cose, abbiamo lottato, facendo a livello di sforzo e di tentativo tutto ciò che era nelle nostre mani, ma abbiamo fatto meno canestro di quello che ci sarebbe piaciuto per arrivare a vincere questa ultima partita, ma penso che sia un motivo d’orgoglio.
Loro sono una grande squadra, costruita per esserlo e hanno fatto una grande operazione con l’innesto di Napier che è un grande giocatore che gli ha dato realmente una dimensione internazionale, di classe di leadership, di playmaking: stiamo parlando di una grande squadra con un grande allenatore, con grandi giocatori per cui è stato un grande orgoglio poter essere arrivati all’ultimo guardandoli negli occhi.”