In un’intervista rilasciata a Marianna Aprile su “Oggi”, Gigi Datome ha raccontato della scelta di ritirarci e della “paura” nel cambiare vita dopo decenni sul parquet: “Viviamo in una vita che non esiste, in una bolla per anni, sappiamo che è quando finisci di giocare che inizia la vita vera. Può spaventare. Io mentalmente ero pronto e dentro di me c'è per il "dopo" più curiosità di quanta ne avrei continuando a giocare. Perché da giocatore le ho vissute davvero tutte. Un mio grande compagno di squadra dice sempre che a fine carriera devi scegliere: o i soldi, allora continui a giocare; 0 l'ego, allora salvi la dignità. Io ho salvato la dignità e ho voluto lasciare un buon ricordo”.
Datome ha già impostato il suo post-carriera da giocatore? “Avevo iniziato un corso di laurea in management sportivo, ma mi sono arenato sul diritto romano e sulla matematica. Poi per fortuna è nata Gaia e ho avuto la scusa di smettere per dedicare tempo alla famiglia. Ora cercherò corsi più specifici e dedicati a quello che dovrò fare. Ho la consapevolezza che qualsiasi cosa farò, ripartirò da zero. Avrò l'umiltà di imparare”.
C’è stato spazio anche per la sua passione dei libri: “Ho sempre avuto la passione per i libri, ma sembro un gran lettore perché condivido e commento le mie letture con chi mi segue. Parlare di libri mi piace e se a qualche ragazzino, guardando i miei post, viene voglia di leggere un libro in più, avrò usato bene il palco su cui mi ha messo lo sport. In realtà ci sono molti più lettori di quanto si pensi, tra gli atleti, anche tra i miei compagni come Nicolò Melli”.