Parlando a Davide Romani su “La Gazzetta dello Sport” e Matteo De Santis su “La Stampa”, Gigi Datome ha sottolineato l’orgoglio nel raggiungere quota 200 presenze in Nazionale questa mattina nella sfida con Portorico: “È un bellissimo traguardo, arrivarci non è scontato. Ho dedicato tante estati alla Nazionale ma non ho avuto la fortuna di vincere quello che hanno vinto i giocatori che sono davanti a me in questa graduatoria. Far parte di questo ristretto club significa che ho fatto qualcosa in carriera, ma a quei dieci non allaccio neanche le scarpe. Meneghin l'ho conosciuto, è la pallacanestro italiana, come Brunamonti, Riva e Marzorati".
Datome ha anche parlato della grande rimonta vincente contro la Serbia, ispirata proprio dai suoi 10 punti a cavallo degli ultimi due quarti: “È stata una giornata da ricordare. Nel primo tempo avevo fatto male commettendo due falli stupidi. Mi sarebbe pesato aver fatto una brutta partita. Invece quel break nel 3° quarto ci ha rimesso in partita e spero che possa essere importante per il passaggio del turno: siamo tornati padroni del nostro destino, non è poco".
Il numero 70 ha avuto vari ct in questi 15 estati azzurre: “Recalcati è stato il primo a portarmi in azzurro, con Pianigiani sono passato dal non giocare all'essere importante, con Messina ero già il capitano mentre con Sacchetti e Pozzecco mi sono trovato nella fase calante della carriera. Di tutti porto un bel ricordo”.