È singolare quanto un individuo possa rappresentare alla perfezione lo stato da cui proviene o la città in cui è nato. L'apertura alare ricorda – con proporzioni più o meno simili – l'imponente statua del 'Cristo Redentore' che torreggia su Rio de Janeiro e che attrae a sé milioni di turisti da tutto il mondo. Il motto di San Paolo, metropoli da cui proviene Bruno Caboclo, recita “Non mi faccio condurre, conduco” e mai citazione fu più calzante, poiché nell'arco della sua carriera da giocatore ha sempre voluto imparare da se stesso con lo scopo però di guidare la propria squadra a qualcosa di più grande. La saudade, quel sentimento di nostalgia tipico del popolo brasiliano, non sembra appartenere al classe 1995 che nei suoi dieci anni da professionista ha girato in lungo e in largo affinché tutti quanti potessero conoscere la sua pallacanestro. L'inizio in Brasile poco lontano da casa, l'avventura tra Canada e Stati Uniti in NBA, la Francia, il ritorno trionfale a San Paolo, il Messico, la Germania e l'ultima sosta – almeno per ora – in Italia presso la Serenissima. Coach Neven Spahija avrà tra le mani un talento sopraffino che non impiegherà molto tempo a fare colpo sui compagni e sui tifosi.
La vita di Bruno Caboclo inizia ad Osasco e prosegue tra Barueri e Pirapora do Bom Jesus, zone situate all'interno dello stato di San Paolo in Brasile. Ama il posto in cui è nato e soprattutto fin da piccolo ama ritrovarsi con i suoi coetanei per giocare a qualsiasi sport che preveda l'uso di un pallone. Non appena la pubertà inizia a fare capolino, ci si accorge subito dei mezzi di cui Bruno è dotato: due lunghissime braccia e due gambe destinate a renderlo precocemente uno dei ragazzi più alti della città. Sono queste le premesse che lo portano ad avvicinarsi alla pallacanestro, con il Gremio Recreativo Barueri – club che invita i ragazzi delle scuole pubbliche a praticare diverse discipline – pronto ad accoglierlo e formarlo come giocatore. Lo sviluppo procede spedito, il ragazzo ha qualcosa di speciale ed infatti non ancora maggiorenne si trasferisce negli Stati Uniti per iniziare a tastare con mano il terreno del basket a stelle e strisce. Tuttavia, Caboclo è ancora indisciplinato sul parquet, non massimizzando quanto di buono la natura gli ha dato: 206 centimetri di altezza e 231 centimetri di wingspan, uno specimen con un futuro roseo se istruito adeguatamente. Pochi mesi più tardi, firma il suo primo contratto da professionista con i Pinheiros e solamente 400 giorni dopo viene chiamato al primo turno del Draft NBA dai Toronto Raptors.
Appena maggiorenne, Bruno Caboclo è un oggetto del mistero, nessuno lo conosce a fondo e ben pochi hanno avuto il piacere di vederlo in azione; nonostante lo scetticismo, il diciottenne ha molte armi a disposizione e riesce a metterle in mostra durante la Summer League che chiude con 11.4 punti in 26 minuti di media. L'anno da rookie però è completamente in salita non trovando spazio né con i Raptors né in G-League con i Fort Wayne Mad Ants – affiliati degli Indiana Pacers – rimanendo un progetto su cui lavorare, ma considerato non ancora pronto per essere inserito stabilmente nelle rotazioni di squadra. Nonostante la NBA continui a rimanere solo un miraggio anche nelle successive tre stagioni, il lungo brasiliano si ritaglia un ruolo importante nella Lega di sviluppo con i Raptors 905 con cui mette a referto 14.7 punti, 6.4 rimbalzi e 1.7 stoppate nell'annata 2015-16; 9.9 punti, 5.4 rimbalzi e 1.2 stoppate l'anno successivo conquistando anche il titolo; 14.4 punti, 6.5 rimbalzi e 1.6 stoppate di media al termine della stagione 2017-18. La chiusura di una porta spesso apre un portone e così succede anche nella carriera del classe 1995. I Toronto Raptors a febbraio del 2018 mandano Bruno Caboclo ai Sacramento Kings; sebbene l'avventura nella capitale della California duri pochissimo, nell'estate dello stesso anno sono i Memphis Grizzlies a dare fiducia al nativo di Osasco, il quale riesce a destreggiarsi al meglio tra la NBA e la G-League. Parte per ben diciannove volte in quintetto con la franchigia del Tennessee segnando 8.3 punti e raccogliendo 4.6 rimbalzi in 23.5 minuti di media, mentre con i Rio Grande Valley Viper – affiliata degli Houston Rockets – realizza solo massimi in carriera con 16.3 punti (tirando con il 43.3% da tre), 7.3 rimbalzi e 3.1 stoppate facendo ben sperare per il futuro.
Il matrimonio con la pallacanestro a stelle e strisce ha pochi alti e tanti bassi, così dopo aver trascorso ancora una stagione e mezzo tra Memphis e Houston senza i risultati sperati, Caboclo termina la sua esperienza in NBA e vola in Francia per disputare gli ultimi scampoli della stagione 2020-2021 con Limoges chiudendo a 10.8 punti e 5.2 rimbalzi. Al giocatore verde-oro serve un ritorno alle origini, si vede chiaramente il suo bisogno di ricominciare da capo e ritrovare quella voglia che da bambino non sarebbe mai cessata di esistere, così nell'estate 2021 firma con il San Paolo, club rinato nel novembre 2019 dopo anni di inattività. Con la compagine brasiliana getta le fondamenta per un ritorno in grande stile nella pallacanestro: vince la Basketball Champions League delle Americhe da protagonista alzando anche il premio di MVP con 23.9 punti, 11.1 rimbalzi, 3.6 stoppate e 32.8 di valutazione; successivamente termina la sua stagione regolare da MVP del campionato realizzando 16.8 punti, 7.7 rimbalzi e 1.6 stoppate. È la seconda venuta di Bruno Caboclo, il quale nel gennaio del 2023 torna nel vecchio continente firmando con i tedeschi di ratiopharm Ulm. La sua ascesa con la squadra teutonica è un portento, poiché riesce nell'impresa di trascinarla al primo storico scudetto della sua storia, a cui aggiunge i quarti di finale di EuroCup, una selezione nell'All-German BBL First Team e una selezione nell'All-EuroCup Second Team.
A giugno, l'Umana Reyer Venezia affonda il colpo e si aggiudica le prestazioni del lungo di Osasco, un'aggiunta importante al roster orogranata e un altro tassello di estrema qualità che si esibirà nel nostro campionato. Le qualità di Caboclo sono indubbie, ma sotto la guida di Neven Spahija può tornare quel giocatore con mezzi da NBA e potenzialità da MVP per competizioni quali la LBA e l'EuroCup. Il suo cammino con il Brasile durante la FIBA World Cup si è interrotto durante la seconda fase, ma abbiamo potuto ammirare tutto il suo skillset e quell'autorità sul parquet che rimanda alla frase “Non mi faccio condurre, conduco” di cui parla la sua città natale. Leader della nazionale verde-oro in quasi tutte le statistiche con 16.4 punti, 9.2 rimbalzi, 1.4 recuperi, 1.2 stoppate e 22.0 di valutazione in 28.1 minuti di media. Il suo arsenale offensivo lo mette alla pari con esterni e guardie di prima fascia: Caboclo è un ottimo palleggiatore per la stazza, ha abilità innate nei pressi del ferro e in isolamento e sa quando farsi trovare pronto in spot-up per colpire dall'arco dei 6.75 metri; inoltre, le lunghe leve di cui è dotato gli consentono di giocare in post basso e creare separazione tra lui e l'avversario con movimenti da esterno puro, accanto ad una facilità disarmante nel gioco in transizione. Sull'altro lato del campo può tranquillamente candidarsi ogni anno al premio di miglior difensore. La rapidità nello scivolamento unita al sapiente utilizzo delle braccia rendono Caboclo una minaccia nella difesa perimetrale, interna e lo aiutano ad interrompere le penetrazioni avversarie con qualche stoppata o con un recupero. Conosce la pallacanestro a tutti i livelli, ha molteplici schemi da cui attingere, perciò questo potrebbe diventare un plus nel facilitare il gioco anche per i suoi compagni non solo per se stesso.
Redazione: Overtime - Storie a Spicchi
Photo Credits: FIBA
