“Sapore di sale, sapore di mare” a chi non verrebbe in mente la celebre canzone di Gino Paoli una volta sbarcati nella splendida Brindisi. In prossimità del tacco del nostro stivale, di fronte ad un mare cristallino e con il sole che bacia la costa nei giorni più belli. Non male come posto per cominciare la prima avventura in Italia, soprattutto per Wendell Mitchell che oltre ad essere letale nello stracciare la retina si diletta anche nella pesca come passione extra campo. Nonostante il soprannome “Chuck” sia ormai diventato di uso comune tra i compagni e i supporters delle squadre in cui ha militato, il classe 1997 viene chiamato anche “il pescatore” per via di questo curioso hobby di cui possiede conoscenza e abilità. Ci vogliono pazienza, riflessi pronti e nervi saldi, caratteristiche analoghe a quelle portate sul parquet quando ha la palla a spicchi tra i polpastrelli pronto per compiere il suo dovere di realizzatore. Inseguito e voluto dal front office brindisino, Mitchell ha già grande considerazione dell'ambiente conscio di poter diventare in breve tempo un fedelissimo del PalaPentassuglia, da sempre legato a chi veste i colori della propria squadra.
Il figlio di Wendell e Sharee nasce a Temple in Texas e sebbene appaia come un ragazzino gracile per via di un fisico più snello e meno sviluppato muscolarmente rispetto ai coetanei, non esita a trasformarsi in un animale da competizione quando si tratta di giocare a pallacanestro. Il suo talento si nota subito negli anni di scuola superiore dove tra colpi di genio, leadership e una sana dose di incoscienza trascina la squadra con 25.6 punti, 5.3 rimbalzi, 4.0 assist e 3.6 recuperi di media nei primi tre anni; si distingue come scorer puro grazie a numerose partite da 40 e da 50 punti, un autentico mal di testa per le difese. Durante il senior year porta Rockdale High School alla semifinale regionale (record 28-6) registrando una media di 29.7 punti, 6.1 rimbalzi, 5.0 assist e 4.3 recuperi venendo inserito successivamente nel First Team All-State. Terminata l'esperienza liceale decide di rimanere non lontano da casa accettando la borsa di studio offertagli da Baylor, programma universitario che nelle ultime dieci stagioni ha sempre partecipato stabilmente al torneo nazionale NCAA. Il primo anno è costretto a trascorrerlo fuori dalla squadra in quanto redshirt freshman, avendo però l'occasione di studiare la pallacanestro collegiale, i suoi meccanismi e i modi in cui poter inserirsi senza patire il gap del passaggio da high school ad università. Nonostante la stagione successiva abbia modo di debuttare e vestire i colori giallo-verdi dell'ateneo, Mitchell non riesce ad impattare come ci si aspettava e nelle venticinque partite in cui allaccia gli scarpini, il coach gli concede meno di dieci minuti di media. Davvero troppo poco per ciò che può dare in un contesto più favorevole.
La sua scelta è quella di fare un passo indietro. Wendell trascorre il suo anno da sophomore in un Junior College per ritrovare quell'equilibrio che ha sempre posseduto quando veniva messo alla prova. La decisione non potrebbe essere delle migliori: gioca 33 partite (tutte in quintetto) con Trinity Valley Community College realizzando 20.0 punti, 6.3 assist, 5.7 rimbalzi e 2.7 recuperi di media; la sua pallacanestro torna sul livello a cui tutti erano abituati, tanto da venir considerato uno dei migliori giocatori del JuCo – secondo i ranking e i siti di scouting – guadagnandosi così le attenzioni e la chiamata di Texas A&M. In quel di College Station ritrova definitivamente lo smalto di un tempo e lì vi trascorre gli ultimi due anni rimasti con risultati più che soddisfacenti. Ottenuta la stima di coach Buzz Williams, il nativo di Temple chiude la stagione da junior con 13.0 punti, 4.2 rimbalzi, 2.3 assist e 1.8 recuperi in 30.7 minuti di media giocando 24 partite nello starting five sulle 29 totali; nel senior year le statistiche calano leggermente (10.2 punti, 2.7 rimbalzi, 1.9 assist e 1.3 recuperi in 27.7 minuti), ma il suo modo di aggredire le partite e la voglia con cui spinge per vincerle non hanno eguali tra i compagni.
Chiusi i conti con il college, Mitchell decide così di prendersi una stagione intera per allenarsi e affinare la sua pallacanestro con lo scopo di giocarsi al meglio le proprie chance non appena ci sarà l'occasione. Il culmine in questa parte della sua carriera arriva quando viene selezionato per il Dos Equis 3x3U National Championship 2021, un evento di basket 3x3 che coinvolge i sessantaquattro migliori senior provenienti dalle trentadue Conference della Division I con in palio un ricchissimo premio da 150.000 dollari. Sebbene non arrivi la vittoria per lui e i suoi tre compagni, “Chuck” si fa notare diventando uno di quei talenti da non perdere di vista; successivamente infatti, firma il suo primo contratto da professionista con il Sigal Prishtina, compagine del Kosovo rimasta stregata dal suo stile di gioco. Qui gioca trentacinque partite (venticinque da titolare) tra Kosovo Basketball League e Balkan International Basketball League registrando 13.8 punti, 4.5 rimbalzi, 3.1 assist e 2.0 recuperi di media; il livello della sua pallacanestro è decisamente più alto e ben presto capisce di volersi mettere alla prova anche con una coppa continentale, affinché possa misurarsi contro squadre ben più attrezzate. Questa occasione gliela concedono gli ungheresi dell'Egis Kormend prima con le qualificazioni della Basketball Champions League – 20 punti, 9 rimbalzi e 4 assist nella sconfitta contro gli slovacchi del Patrioti Levice – poi nei gironi di FIBA Europe Cup che chiude con 12.2 punti, 3.7 assist, 2.5 recuperi e 2.3 rimbalzi di media. È al centro del progetto e gode di piena fiducia da parte del proprio allenatore, una fiducia che ripaga trascinando la squadra ai play-off segnando quasi 17 punti a partita – tirando con un chirurgico 41.8% dall'arco dei 6.75 – e recuperando 1.6 palloni di media, dimostrando una volta di più la sua utilità anche nella metà campo difensiva.
Wendell Mitchell è stato scelto dalla Happy Casa Brindisi per partecipare attivamente al nuovo corso della compagine pugliese. Un nuovo front office, un nuovo capo allenatore e una squadra ricostruita per ripartire e affrontare con determinazione l'impegno in campo nazionale ed internazionale. Per la guardia americana si tratta di un deciso passo avanti in carriera potendosi confrontare con una tra le migliori realtà europee quale è il nostro campionato, ma allo stesso tempo sarà proprio il suo modo di concepire la pallacanestro a scandire i tempi di gioco sul parquet. Il nativo di Temple si può definire come un three-level scorer, un giocatore capace di fare male in ogni zona del campo; la sua capacità di crearsi un tiro dal palleggio, unita a quella di segnare in catch and shoot o servito in transizione, rendono il suo bagaglio offensivo un autentico pericolo per le difese avversarie. Ha l'istinto giusto per indirizzare la partita fin dai primi minuti, ma è nel clutch time che può dare il meglio di sé con giocate da autentico fuoriclasse. La sua velocità porta l'intera squadra ad innestare la marcia successiva viaggiando a giri molto alti, tuttavia è in grado di ragionare possesso dopo possesso comprendendo quando sia il caso di forzare la mano. Fin dai tempi delle scuole superiori ha grande feeling con il recuperare palloni registrando medie molto alte per una combo guard con le sue caratteristiche. La rapidità di piedi e l'intuito nel leggere le linee di passaggio garantiranno un aiuto extra al reparto difensivo brindisino, il quale potrà annoverare anche il classe 1997 tra gli uomini da sfruttare per trasformare una situazione di contenimento in una di transizione. Coach Fabio Corbani e la grande tradizione di americani diventati un culto in quel di Brindisi saranno alla base del grande entusiasmo con cui Wendell Mitchell affronterà la sua prima stagione nel Belpaese.
Redazione: Overtime - Storie a Spicchi