Scongiurato il pericolo retrocessione, la De Vizia torna al Paladelmauro per giocarsi l’ultima carta playoff, anche se con poche speranze. Forse è proprio vero ciò che tutti ormai dicono: si è rotto il giocattolo.
Certo, verrebbe da piangere pensando a tutti i sacrifici che sono stati fatti per portare il basket avellinese ai vertici della serie A1 e vederli sfumare in poco tempo. Ormai si dice di tutto sul futuro della Scandone. Il titolo in vendita, i giocatori che già pensano alla vacanza. Per come si offre oggi, non si prospetta certo un futuro roseo.
Credo che il problema riguardi tutto il basket italiano: la mancanza di sponsor, che da qualche anno sono sempre più rari da trovare. Inevitabile il calo di credibilità per i tifosi, che ormai non riempiono più i palazzetti come una volta. Società che falliscono, giocatori italiani in numero sempre inferiore per la grande invasione straniera. Ma, soprattutto, mi dà fastidio la mancanza di fiducia e la valorizzazione negata ai settori giovanili.
E così il pubblico ricorda con nostalgia i tempi passati, quando le società erano composte dall’80% di italiani e quando veramente si credeva nel basket.
Non esistono più i giocatori-simbolo, le cosiddette «bandiere», che facevano da esempio e stimolo per i più giovani. Oggi si fa fatica pure a ricordare il nome dei giocatori della squadra del cuore.
Spero solo che non si arrivi a far scomparire del tutto la pallacanestro dall’Italia. Sarebbe un delitto. Ritorniamo alle vecchie abitudini. Quelle che ci hanno fatto sognare, gioire con le braccia verso il cielo e fatto venire le palpitazioni. Quelle che veramente amavamo, torniamo ai giorni che ricorderemo per sempre.
Tonino Tufano
Certo, verrebbe da piangere pensando a tutti i sacrifici che sono stati fatti per portare il basket avellinese ai vertici della serie A1 e vederli sfumare in poco tempo. Ormai si dice di tutto sul futuro della Scandone. Il titolo in vendita, i giocatori che già pensano alla vacanza. Per come si offre oggi, non si prospetta certo un futuro roseo.
Credo che il problema riguardi tutto il basket italiano: la mancanza di sponsor, che da qualche anno sono sempre più rari da trovare. Inevitabile il calo di credibilità per i tifosi, che ormai non riempiono più i palazzetti come una volta. Società che falliscono, giocatori italiani in numero sempre inferiore per la grande invasione straniera. Ma, soprattutto, mi dà fastidio la mancanza di fiducia e la valorizzazione negata ai settori giovanili.
E così il pubblico ricorda con nostalgia i tempi passati, quando le società erano composte dall’80% di italiani e quando veramente si credeva nel basket.
Non esistono più i giocatori-simbolo, le cosiddette «bandiere», che facevano da esempio e stimolo per i più giovani. Oggi si fa fatica pure a ricordare il nome dei giocatori della squadra del cuore.
Spero solo che non si arrivi a far scomparire del tutto la pallacanestro dall’Italia. Sarebbe un delitto. Ritorniamo alle vecchie abitudini. Quelle che ci hanno fatto sognare, gioire con le braccia verso il cielo e fatto venire le palpitazioni. Quelle che veramente amavamo, torniamo ai giorni che ricorderemo per sempre.
Tonino Tufano