Intervistato da Giovanni Teppa su “Tuttosport”, l’Amministratore Delegato dell’Openjobmetis Varese ha parlato del suo post-carriera sottolineando il motivo per cui ha scelto di diventare dirigente in Italia: “Non c'era un piano prestabilito, è capitato. La mia famiglia qui si trova bene. Finito di giocare la mia sfida era quella di portare avanti un progetto di basket. Varese era il posto perfetto, era un po' in difficoltà, questo sì, ma ha storia, impianti, ambiente e tifosi ideali. Il posto giusto dove portare avanti le mie idee”.
Un progetto come quello dell’Openjobmetis è stato sicuramente innovativo: “Se hai un budget ridotto e vuoi competere devi inventarti qualcosa, altrimenti non hai chance. Per noi ci sono due aree su cui valeva la pena lavorare di per differenziarsi e colmare il gap. Giochiamo in modo diverso rispetto agli altri e sviluppiamo le capacità dei giocatori che reclutiamo con il metodo Moneyball che ho avuto modo di conoscere ai tempi della Nba. Si basa sull'analisi e l'incrocio dei dati dei giocatori, non solo quelli che riguardano statistiche e caratteristiche fisiche, ma anche la possibilità di adattamento in un determinato contesto tattico e ambientale. Se non fosse stato per la penalizzazione avremmo chiuso la stagione passata con il 60% di vittorie. Con il metodo tradizionale sarebbe stato impossibile”.
