Parlando a Federico Bettuzzi su “Tuttosport”, il coach dell’Estra Pistoia ha parlato del successo arrivato domenica a Milano e delle sue origini canturine: “Ma non penso al derby. È vero, nel mio passato professionale c'è stato un periodo in cui quella partita rappresentava l'appuntamento più importante dell'anno. Ma gli anni passano e certe cose restano nel cassetto dei ricordi. Piuttosto sono contento di aver fatto parte di una piccola impresa sportiva accompagnata dall'emozione di aver vinto al Forum contro grandi campioni ed un allenatore di spessore come Ettore Messina”.
Pistoia sta collezionando ottimi risultati finora: "In estate proprio in funzione del budget potevamo scegliere di contattare giocatori d'esperienza oppure puntare su giovani con grande fame agonistica. Abbiamo battuto la seconda strada, offrendo una vetrina importante a chi ha voglia di bruciare le tappe, di arrivare in alto, di ottenere una chiamata da club che fanno le Coppe. Se si vuol diventare qualcuno ad alto livello bisogna far vedere qualcosa di speciale".
Dopo due mesi di campionato a che punto è l’Estra? “Abbiamo avuto delle difficoltà, ora attraversiamo un momento felice. Fa tutto parte di un percorso e di un'idea condivisa tra me, il direttore sportivo Marco Sambugaro e la dirigenza del club. Se guardo le singole partite, alcune non ci hanno soddisfatto, ma in generale siamo dove volevamo essere ad inizio stagione, sempre consci di quel che possiamo fare e dei nostri limiti”.
Qual è quindi l’obiettivo in stagione di questa squadra? “Negli ultimi 6-7 anni la quota si aggirava attorno alle 10-11 vittorie, anche se in certe occasioni ci si è salvati con 18 o 24 punti. Il nostro focus è tarato sul raggiungimento di quel numero di partite nel minor tempo possibile, ricordando che ogni gara è importante a cominciare dagli scontri diretti. I due punti raccolti a Milano sono bellissimi ma non possono bastare”.