Intervistato da Giorgio Gandolfi su “La Provincia”, Demis Cavina ha spiegato il perché del suo particolare nome, che viene da Demis Roussos, il famoso cantante del gruppo degli Aphrodite’s Child: “I miei genitori si erano appassionati alla musica ed alle canzoni di questo cantante e mi diedero questo nome di battesimo".
Cavina è stato sin da subito allenatore: “Ho iniziato a giocare nelle giovanili della squadra del paese dove sono nato, poi ho fatto qualche apparizione in serie B, ma mi sono reso conto che non sarei potuto arrivare a grandi livelli come giocatore e ho smesso di giocare a 20, ma già a 16 anni ho iniziato ad allenare”.
Il coach non ha avuto un solo unico modello di riferimento in panchina: “Non ho avuto un determinato allenatore di riferimento, ma ho preso da molti, soprattutto da quelli che incarnavano i valori con i quali mi hanno cresciuto i miei genitori, cioè dedizione, organizzazione nel lavoro, continuità e questa è la mia ventisettesima stagione, sempre come capo allenatore”.
Cavina ha anche parlato dei suoi sogni: “Sogno sempre di fare un passo in avanti nella mia professione e non solo, perché chi non sogna, chi non si pone traguardi non può raggiungere grandi risultati”.