Intervistato da Ubaldo Saini sulla “Tribuna di Treviso”, Ky Bowman si è raccontato a tutto tondo partendo dalla morte del papà quando aveva 8 anni senza averne mai saputo il motivo: “Fu davvero duro superare quel momento. Ho dovuto lavorare tanto su di me. So che non si direbbe visto che ora sono un gran chiacchierone, ma dopo la perdita di papà facevo fatica a parlare, ero assalito di continuo da una sensazione di timidezza e di paura che mi impediva di articolare pensieri e parole. Era terribile, anche negli studi faticavo a chiedere le cose più elementari. E andando avanti ho sempre cercato di lavorare sul benessere mentale, non c'è solo il basket nella vita”.
Dopo l’avventura al Boston College, arrivò la chiamata in NBA di grande rilievo: “Feci un pre-draft coi Denver Nuggets, ma alla fine fui chiamato da coach Steve Kerr che mi voleva ai Warriors. Credeva in me ed era sicuro che avrei potuto contribuire in maniera importante al loro progetto. Kerr è un grandissimo motivatore, e ho accettato. Ho iniziato con un two-way contract, che poi si è trasformato in un contratto vero e proprio dopo gli infortuni di Curry e Thompson. Ho avuto i miei spazi e le mie chance, anche se la stagione non è andata come speravamo. Ma giocare con gente del calibro di Poole, Wiggins e Green è davvero importante e formativo”.
Bowman ha anche parlato di cosa gli piace di Treviso: “La tranquillità che si respira passeggiando. Assieme alla mia compagna abbiamo preso due cani, un bulldog francese e un cocker spaniel. Si chiamano Zeus e Athena. Quando ne abbiamo occasione, andiamo spesso a passeggiare in mezzo alla natura. Qui ci sono dei parchi bellissimi, molto curati, l'ideale per i nostri cani".