Intervistato da Fabio Cavagna su “La Provincia”, il coach dell’Estra Pistoia Nicola Brienza ha fatto il punto sull’ottima stagione biancorossa: “Stiamo facendo qualcosa che va abbondantemente oltre le aspettative e a quelle che erano le premesse iniziali. Ovvio ci sia molto fermento. Quanto alla contentezza, nemmeno da dire, anche se non abbiamo fatto ancora nulla”.
L’Estra corre veloce nonostante gli infortuni: “In effetti, queste sfighe non ci lasciano in pace. E per come siamo messi noi, principali candidati alla retrocessione a detta della maggioranza degli addetti ai lavori, ogni nostro successo è una conquista. Una piccola impresa. Ed è un'emozione, con grande trasporto umano”.
Tra la A2 e la Serie A c’è grossa differenza secondo Brienza: “È tutto un altro sport. L'A2 è un campionato in cui, alla luce dei tanti italiani, il ruolo della squadra e dell'allenatore è messo maggiormente in rilievo. Hai più tempo per relazionarti con la squadra, per costruire un gruppo e per darti un'identità che al piano superiore ti sogni. In A, invece, con tanti americani e con le possibilità che il mercato ti dà di cambiare continuamente non è semplice costruire quel tipo di gruppo applicando precise linee guida. Di contro, il livello tecnico e fisico cresce a dismisura”.
Brienza ha fatto anche un po’ le carte alla zona salvezza: “Senza ipocrisia: giustamente ci davano tutti come ultimi del ranking e dunque prima squadra retrocessa. Per cui dovremo lottare contro chiunque per provare a salvare la categoria. Fino a un paio di settimane fa rivali come Brindisi e Treviso sembravano alle corde, mentre oggi stanno risalendo. Tre settimane fa Varese appariva claudicante e ora zoppica di più. Siamo però solo a un terzo della stagione. Troppo presto per capire quali rivali saranno coinvolte. Quanto a noi, dovremo cercare di giungere il prima possibile a 11-12 vittorie, ammesso basteranno, ma è la quota oltre la quale puoi poi iniziare a guardarti in giro per vedere che sta succedendo attorno”.