Gli atleti professionisti lo sanno: una brutta giocata non ti definirà come giocatore, bisognerà passare allo spettacolo successivo. “Next play mentality” perché non è importante quante volte cadrai o quanti errori farai, ciò che è successo non ti definirà come persona e se a dirlo è papà Luis, bisognerà cambiare faccia e lavorare duro.
La coppia d’intervistati respira agonismo e atletismo sin dall’infanzia: Tiago e Tomas Scola Rocchetti sono il duo di questa nuova puntata della rubrica targata LBA: IBSA Next Gen – Meet the Youngest.
I due briosi argentini sono in forza nella compagine biancorossa della Pallacanestro Varese e si stanno affacciando al mondo della palla a spicchi da veri protagonisti. Pensando al cognome Scola qualsiasi appassionato che mastichi la pallacanestro dell’ultimo ventennio avrà impresso qualche episodio che lo leghi a questo cognome. Chi dimentica è complice, ma Luis ha segnato la storia del basket. Tiago e Tomas hanno raccolto il testimone gettando il cuore in campo e aprendo una nuova generazione di Scola che, step-back dopo step-back, si sta facendo spazio nel nostro campionato italiano.
I due giovani atleti guidati da coach Roncati hanno disputato la prima tappa della fase a gironi della IBSA Next Gen Cup tra le mura casalinghe dell’Itelyum Arena e del Campus, issandosi al momento al 3° posto nel Girone A. Doveroso ricordare che la fase a gironi continuerà dal 26 al 29 dicembre nella seconda tappa di Biella.
"Il torneo della IBSA Next Gen Cup – afferma Tiago – è una vetrina importante perché qui si sfidano tutte le 16 squadre migliori d’Italia. Certamente all’inizio sei nervoso causa il grande palcoscenico, ma poi entri nella mentalità giusta e tutto procede per il meglio e sei contento di giocartela".
"Altro torneo altra esperienza – ribatte Tomas – l’obiettivo è quello di arrivare il più in fondo possibile!"
Riavvolgendo il nastro della loro storia: Tiago, classe 2005 gioca nel ruolo di guardia con i suoi 185 cm, si potrebbe dire che nel nostro duo è sì il fratello maggiore, ma anche quello che lavora più di testa. Tomas, classe 2007 è il più piccolo (anche se i suoi 203 cm ingannano) è un ragazzone dal cuore d’oro.
Senza addentrarsi troppo nella carriera scolastica, una materia su tutte ha prevalso sulle altre per Tiago e Tomas: la storia. E giocare per la Pallacanestro Varese significa respirare ciò che è stato ed entrare a far parte della storia del basket. Pallacanestro e Storia per Varese sono come burro e marmellata un legame così unico che ancora oggi basta gridare “IGNIS, Meneghin o Gamba” e il cuore dei varesini si tinge subito di biancorosso.
"La storia - affermano Tiago e Tomas – ci è sempre piaciuta e pensando a Varese viene in mente il periodo degli anni '60–'70 delle grandi vittorie. È davvero spettacolare respirare agonismo e devo dire che far parte di un team così storico è davvero un un onore. Per non parlare dei tifosi di tutte l’età che ogni domenica vengono a sostenere la squadra è bellissimo vedere questo attaccamento alla squadra".
Proprio dalla prima squadra le due giovani leve stanno cercando di imparare tutti i trucchi del mestiere tenendo sempre un orecchio lungo verso i consigli di papà Luis che per i due ragazzi è il primo mentore.
Tiago possiamo definirlo il più saggio, complice forse anche il fatto di essere il fratello maggiore: “Beh sì, dai grandi della Serie A imparo dentro, ma soprattutto fuori dal campo. Mi piace crearmi un piano B per il futuro qualora la mia carriera cestistica non vada come avevo progettato. Mi sto appassionando della parte statistica del gioco, approfondendo con tutto ciò che riguarda coordinamento e match analytics. Questo mi aiuta anche a migliorare il mio gioco. Imparo molto anche da mio papà che, nonostante il suo talento con noi, non ha mai forzato la mano con la pallacanestro, ma ci ha lasciati liberi di scegliere; e quando abbiamo scelto questo sport ci ha aiutato a capire dove stavamo sbagliando se commettevamo un errore. Ho avuto la fortuna di vederlo in campo e tra le sue skills gli avrei rubato la sua intelligenza agonistica".
"Beh, papà – afferma Tomas – è papà fuori dal campo ed anche io ruberei la sua mentalità agonistica. Papà ce l’ha messa sempre tutta per esserci sempre anche quando il suo lavoro non lo permetteva. Lo stimo tantissimo perché l’ho visto costantemente allenarsi, studiare e imparare tutti i giorni e se avessi l’opportunità lo sfiderei in 1vs1 anche se (ride ndr) il mio preferito è Dirk Nowitzki. Lui è un vecchio stile come adesso Jokic perché prende, entra in campo e te ne piazza 50 come fosse niente. Dei compagni più esperti della Serie A ciò che mi porto a casa è il senso di attaccamento e rispetto verso la squadra perché lo sai che non sei solo. Giochi sì per te, ma anche per i tuoi compagni".
I due fratelli Scola, oltre che dal mondo della pallacanestro, imparano molto anche tra di loro dandosi consigli e sostenendosi a vicenda. Basti pensare ai fratelli sportivi celebri come i Gasol, le sorelle Williams o i fratelli Márquez per citarne alcuni che passo dopo passo sono diventati grandi insieme.
"Mio fratello – afferma Tomas – ha una mentalità pazzesca, lavora tantissimo e per questo lo ammiro molto. Ogni fine settimana con costanza si allena con mio padre ed è sempre concentrato mentre io (lo ammetto) sono un po’ pigro, ma cerco di spronarmi imitando il suo essere sempre concentrato. Un difetto di Tiago? Beh, è basso (ride ndr), ma rimane il fratello maggiore a cui dovrò cedere il numero 4 da indossare (numero storico di papà Luis, ndr)... che devo farci, purtroppo, sarà la mia famiglia sempre (ride, ndr)".
Non tarda arrivare la risposta di Tiago, che da buon fratello maggiore lancia un’occhiata d’approvazione sincera e pura di chi ti conosce come le sue tasche.
“Da mio fratello Tomas imparo che serve avere tanti centimetri in questo sport ed, essendo io un po’ più basso, lavoro sodo per affinare la tecnica e migliore nei miei punti deboli. Io e mio fratello è la prima volta che giochiamo insieme nella stessa squadra e sono onestamente emozionato per questo nuova avventura. Attendiamo i primi risultati di questo esperimento (ride, ndr). Ora gioco con il numero 7, ma vorrei vestire il numero 4 come mio padre".
Ha poi trovato spazio il Paese che ha visto i natali della Famiglia Scola: l’Argentina, che nonostante la distanza è sempre nei cuori dei nostri giovani atleti.
"Indossare la maglia dell’argentina è sempre stato un sogno. Papà ha giocato e l’ho visto giocare quindi onorare e indossare la maglia è super me. Dell’Argentina – commenta Tiago – mi porto dietro l’allegria del popolo e la passione che trasmette. Basti guardare la vittoria all’ultimo mondiale e i festeggiamenti per capire come siamo.
Spero un giorno di indossare la maglia dell’Argentina come ha fatto papà. Sono fortunato di aver visto tante competizioni importanti e questo mi sprona a raggiungere l’obiettivo di giocare per il mio Paese".
La sangre albiceleste si percepisce anche nelle parole di Tomas che ci riporta un tenero aneddoto di famiglia: “Mio papà diceva sempre che da grandi avremmo giocato tutti insieme come una vera famiglia ed ecco che è successo. Insomma, un sogno che si realizza. Dell’Argentina ricordo quando andavo a pescare con mio nonno e mio papà. Purtroppo in Italia non ho molto tempo, ma appena tornerò, sarò subito a pescare. Ho avuto l’onore di indossare la maglia dell’Argentina che per me è sempre stato un sogno e si è avverato, poi anche papà ha giocato per la Nazionale ed io l’ho visto giocare quindi è stato super onorare la maglia".
L’intervista è stato un viaggio alla scoperta di due giovani che hanno vissuto "on top of the world" conoscendo, vivendo e osservando il meglio della pallacanestro mondiale ad un palmo di naso. Questo però è stato anche un viaggio alla scoperta di due fratelli che uniti da un filo indissolubile saranno la spalla l’uno dell’altro e che viste le orme paterne venderanno cara la pelle in tutte le sfide che si troveranno davanti.
“Se sbagli un tiro non pensare troppo, ci sono 100 possibilità nel basket, non fa niente, non è la fine del mondo, puoi sempre migliorare”. Cit papà.