Intervistato da Ubaldo Saini sulla “Tribuna di Treviso”, Terry Allen si è raccontato a tutto tondo, sottolineando inoltre i progressi personali dell’ultimo periodo: “Nulla di speciale, anche se sicuramente l'arrivo di Scoop e Osi (Robinson e Olisevicius, ndr) ha portato un miglioramento nella performance di squadra. Io ho semplicemente iniziato a segnare con regolarità, e questo ha aumentato parecchio la mia confidenza col canestro. Ora riesco a prendere e segnare canestri in situazioni anche molto difficili”.
In gioventù, Terry Allen ha affrontato la balbuzie: “È stato molto difficile, soprattutto finchè sono stato bambino. Ricordo che tra gli 8 e i 10 anni ero molto a disagio a parlare con gli altri e a rapportarmi. Il basket mi ha aiutato a sbloccarmi, e quando sono andato al college ho trovato un mentore che mi ha dato dei trucchetti per aiutarmi ad esprimermi. Uno su tutti: "Prenditi il tuo tempo, non avere fretta di buttare fuori tutto subito." Una cosa semplice ma mi è stata di grande aiuto. Alla fine è soprattutto una questione mentale".
Nel corso della carriera, Allen ha giocato in numerosi Paesi del mondo. Ma quale gli è rimasto più nel cuore? “Mi è piaciuto molto Israele perché vivevo in un posto vicino alla spiaggia e ogni giorno quando mi svegliavo era come stare al mare. E poi, naturalmente, l'Italia. Che conoscevo già: c'ero stato 12 anni fa per un torneo con la mia squadra del college. L'avevo girata parecchio e mi era piaciuta tantissimo. E mi piace ancora, soprattutto la pasta e la pizza".