Oggi Varese ha tre obiettivi: nel breve periodo battere Verona, nel medio conquistare i playoff scudetto, nel lungo mantenere i 2.500 abbonati e i quasi 4.000 spettatori di media a partita. Sono tre imprese fondamentali per il futuro della Metis, che per la prima volta in questa stagione andrà in televisione in casa.
L'anticipo di questa sera con la Muller Verona (ore 20.30) andrà in diretta su RaiSportSat: da settembre a oggi è il secondo passaggio tv - l'altro fu Cantù-Varese nel girone di andata - un particolare che non fa piacere al presidente Gianfranco Castiglioni, entrato nel basket per avere un ritorno di immagine oltre che per passione. Al proprietario di Varese probabilmente non fa neppure piacere incontrare oggi Verona, squadra formata da giocatori che danno tutto in campo nonostante facciano parte di una società dichiarata fallita, che da mesi non paga gli stipendi e potrebbe chiudere l'attività a fine anno.
L'orgoglio di Lino Lardo, ex giocatore e oggi in corsa per il titolo di allenatore dell'anno, ha saputo contagiare un gruppo che ogni domenica va in campo senza sapere quale sarà il suo destino. Un particolare che deve far riflettere anche chi, dall'altra parte, guadagna un sacco di quattrini, e finora di soddisfazioni ai propri tifosi ne ha regalate con il contagocce.
Sul piano tecnico la Metis deve rinunciare ancora a Pozzecco, ingessato fino a fine di marzo, e a Di Giuliomaria, ormai rassegnato a finire sotto i ferri per sistemare un ginocchio. Rispetto all'andata, dove la Muller «rullò» Varese, mancano Fajardo e Turner, ceduti per esigenze di bilancio , e c'è un Camata deluso per il mancato passaggio al Barcellona (altra «perla» stagionale della società, che non lo paga ma non rilascia il nulla osta per il trasferimento, con la Federazione che tace).
La Muller combatte sempre per 40', come ha dimostrato nelle ultime partite: il play Rombaldoni e gli americani Ivory e Carroll sono da controllare con attenzione quando agiscono sul perimetro, mentre sotto canestro c'è abbondanza di italiani, proprio come a Varese, con Conti e Zanus Fortes sempre migliori di Pejcinovic e Shabazz.
La Metis ha l'obbligo morale di vincere, per i tifosi che l'altro ieri contro Livorno hanno applaudito nonostante ci fosse poco per attivare i palmi delle mani. Oltre ai due punti, Varese ha due obiettivi: l'ingresso nei playoff e il coinvolgimento del pubblico, che, nonostante si giochi male e si vinca poco, è sempre presente. E merita rispetto.
di Roberto Pacchetti
L'anticipo di questa sera con la Muller Verona (ore 20.30) andrà in diretta su RaiSportSat: da settembre a oggi è il secondo passaggio tv - l'altro fu Cantù-Varese nel girone di andata - un particolare che non fa piacere al presidente Gianfranco Castiglioni, entrato nel basket per avere un ritorno di immagine oltre che per passione. Al proprietario di Varese probabilmente non fa neppure piacere incontrare oggi Verona, squadra formata da giocatori che danno tutto in campo nonostante facciano parte di una società dichiarata fallita, che da mesi non paga gli stipendi e potrebbe chiudere l'attività a fine anno.
L'orgoglio di Lino Lardo, ex giocatore e oggi in corsa per il titolo di allenatore dell'anno, ha saputo contagiare un gruppo che ogni domenica va in campo senza sapere quale sarà il suo destino. Un particolare che deve far riflettere anche chi, dall'altra parte, guadagna un sacco di quattrini, e finora di soddisfazioni ai propri tifosi ne ha regalate con il contagocce.
Sul piano tecnico la Metis deve rinunciare ancora a Pozzecco, ingessato fino a fine di marzo, e a Di Giuliomaria, ormai rassegnato a finire sotto i ferri per sistemare un ginocchio. Rispetto all'andata, dove la Muller «rullò» Varese, mancano Fajardo e Turner, ceduti per esigenze di bilancio , e c'è un Camata deluso per il mancato passaggio al Barcellona (altra «perla» stagionale della società, che non lo paga ma non rilascia il nulla osta per il trasferimento, con la Federazione che tace).
La Muller combatte sempre per 40', come ha dimostrato nelle ultime partite: il play Rombaldoni e gli americani Ivory e Carroll sono da controllare con attenzione quando agiscono sul perimetro, mentre sotto canestro c'è abbondanza di italiani, proprio come a Varese, con Conti e Zanus Fortes sempre migliori di Pejcinovic e Shabazz.
La Metis ha l'obbligo morale di vincere, per i tifosi che l'altro ieri contro Livorno hanno applaudito nonostante ci fosse poco per attivare i palmi delle mani. Oltre ai due punti, Varese ha due obiettivi: l'ingresso nei playoff e il coinvolgimento del pubblico, che, nonostante si giochi male e si vinca poco, è sempre presente. E merita rispetto.
di Roberto Pacchetti