Intervistato da Andrea Tosi sulla “Gazzetta dello Sport”, Alessandro Gentile ha parlato della sua evoluzione dentro e fuori dal campo nell’ultimo periodo: “Qui a Scafati sono tornato a casa, ho ritrovato le mie origini, la spinta del ragazzo del Sud che vuole emergere. E soprattutto un ambiente e un presidente, Nello Longobardi, che mi hanno dato fiducia quando pochi lo avrebbero fatto dopo quell'incidente che poteva costarmi più della carriera (un volo di 4 metri cadendo da una terrazza, ndr) e da una mezza stagione in A2 a Udine. Tutto è cambiato e quando torno a casa, dopo l’allenamento, trovo il sorriso di mio figlio Dusan, nove mesi, ad accogliermi. Oggi sono felice”.
Adesso Alessandro è anche più un playmaker: “In carriera ho sempre avuto il pallone in mano, anche se non ero il regista designato. Mi piaceva e mi piace tuttora creare per me e per i compagni. L'emergenza degli infortuni di Robinson e Strelnieks mi ha spinto a coprire il ruolo con più frequenza, poi coach Boniciolli mi vede bene quando gioco faccia a canestro e con lui ho trovato un'altra dimensione. L'esempio di papà? Qualche culata, intesa come uso del fondoschiena per proteggere la palla, e qualche virata l'ho copiata dal suo repertorio”.
Scafati è in un ottimo momento e ha conquistato 6 vittorie nelle ultime 8 partite: “In squadra c'è un bel clima e la consapevolezza che abbiamo molte qualità. Il club è strutturato bene, c'è equilibrio e ambizione. I playoff? Non mi nascondo ma molto dipenderà da come usciremo dalle prossime 4 partite contro le big. Nell'ordine Virtus, Venezia, Brescia e Tortona che sta risalendo. Solo dopo questo ciclo sapremo veramente chi siamo e quale è il nostro obiettivo”.
Adesso in generale si vede un nuovo Alessandro Gentile: “A parte il ruolo, adesso sono molto più sereno e rilassato. Il periodo difficile, compresi i problemi di depressione e ansia, sono alle spalle. Molto del merito va al programma di training autogeno e meditazione che sto seguendo da un paio di anni con una psicologa dello sport. Le mie prestazioni in campo sono migliorate. Adesso tiro i liberi con l'80%, sto lavorando sulla meccanica del gesto e funziona. Tutto parte dalla testa”.