Andrew Smith è il nuovo centro della Happy Casa Brindisi. I suoi 206 centimetri, l’atletismo e l’energia a rimbalzo saranno fondamentali per le ambizioni di salvezza nelle ultime dieci partite di regular season.
“Adoro l’Italia, ci siamo trovati benissimo a Ferrara con tutta la mia famiglia e tornare nel vostro paese, avendo un’opportunità per difendere la Serie A in una piazza storica come Brindisi, era una grande occasione da cogliere al volo”.
Nato il 14 dicembre 1992, Smith è cresciuto in Florida come il più giovane di tre fratelli. Alla Liberty University (NCAA 1), gioca 122 partite in quattro stagioni ad una media di 9,6 punti, 7,6 rimbalzi e 1,3 stoppate a partita in 27 minuti in campo nel suo anno da senior. Il trasferimento in Europa parte dalla Lettonia, dove in 37 partite di regular season ha una media di 10,3 punti, 7,1 rimbalzi e 1,5 stoppate.
Questo il pensiero di uno dei suoi compagni di squadra al liceo, Joel Vanderpol: “Drew è uno degli atleti più performanti con cui abbia mai giocato. Ha una capacità unica di cambiare il gioco essendo sempre una minaccia a canestro sia in attacco che in difesa. Le sue abilità offensive si sono evolute ogni anno, completando le doti fisiche evidenti a tutti. C’è un motivo per cui è un ‘highlight reel’ e un professionista da più di un decennio. Un buon amico e un compagno di squadra decisamente altruista”.
‘Human highlight reel’ il suo soprannome grazie alle spettacolari schiacciate che ha mostrato nel nostro continente, dall’Europa orientale a quella occidentale. La carriera di Drew prende una svolta quando nell’estate del 2016 decide di accettare la proposta del Donar Groningen, squadra olandese che centra uno storico triplete vincendo il campionato, la coppa e la supercoppa d’Olanda: “Una bellissima sensazione, frutto del duro lavoro in palestra con i miei compagni. Centrare tre titoli nello stesso anno non accade per caso o per pura fortuna, rimarrà una stagione indelebile per tutti i protagonisti”.
In 35 partite di campionato, di cui 32 vinte da Groningen, Smith registra una media di 7,9 punti, 5,5 rimbalzi e 1,3 stoppate, avendo anche l’opportunità di calcare palcoscenici europei nelle undici partite della FIBA Europe Cup e in due partite del QR di Basketball Champions League.
Mentalità da leader e doti da vincente che gli consentono l’anno successivo di raggiungere un ulteriore traguardo, festeggiando la promozione dalla seconda divisione alla Bundesliga del Rasta Vechta.
La sua esperienza europea prosegue in Svezia, paese che lo accoglie per tre anni militando in altrettante squadre: Jamtland (17 punti, 9 rimbalzi, 2.1 assist tirando con il 57% da due e 47% da tre), Sodertalje nel 2020/21 e Lulea nel 2021/22 (10.3 punti, 7.9 rimbalzi, 2.2 assist e 2 stoppate di media a partita).
Nell’estate del 2022 decide di accasarsi in Italia, precisamente a Ferrara. In Legadue ha una media di 11.5 punti e 8 rimbalzi prima di dover interrompere bruscamente la stagione a causa dei problemi societari.
“È stato un modo molto brutto non solo per concludere una stagione, ma anche per concludere un’era del basket in una grande città come Ferrara. È stata dura per me, eravamo un gruppo di ragazzi che andavano tutti d’accordo, si era creata una famiglia. Stavamo combattendo insieme ogni partita ed eravamo in corsa per un possibile posto ai playoff nonostante avessimo il budget più basso”.
Esperienza che lo segna, tanto da decidere di rimanere fermo ai box a differenza dei suoi compagni di squadra che si accasano subito altrove. Rimane nelle vicinanze, si allena con svariate squadre minors del territorio per tenersi in forma ma decide di prendersi il giusto tempo per riflettere. Nell’ultimo anno disputa nove partite con l’Hapoel Eliat alla media di 7.8 punti e rimbalzi in 26 minuti di gioco, ma è la dir poco complicata situazione in Israele che lo fa propendere ad una scelta di carattere familiare.
L’Italia, Brindisi, la Lega A. Ingredienti perfetti per chi vuole lottare a rimbalzo, proteggere l’area, combattere al fianco dei nuovi compagni e conquistare la salvezza con la Happy Casa Brindisi.