Intervistato da Cosimo Cito su “La Repubblica”, coach Nicola Brienza ha parlato di come Pistoia abbia compiuto una vera e propria scalata dopo aver scelto di scendere in A2: “L'autoretrocessione, per quanto saggia e inevitabile, è stata molto sofferta dai tifosi. Ma c'era della brace che ardeva e siamo stati bravi a riaccendere il fuoco: sono arrivati Supercoppa e campionato di A2 in due anni”.
L’Estra quest’anno ha avuto il merito di battere sia Milano che Bologna in trasferta: “La forza prorompente delle due è stata da traino per tutti per cercare di migliorarsi. C'era chi poteva aumentare i propri budget e chi come noi ha dovuto massimizzare tutto il massimizzabile. Lo sport è fatto di valori tecnici, di campo, ma anche del piacere di vincere con la programmazione, la lungimiranza e il lavoro”.
Come mentori Brienza ha avuto Trinchieri, Dalmonte, Sacripanti: “Ho cercato di rubare un po' del mestiere da loro. E nel 2015 ho allenato, da assistente, Metta World Peace, come allora si era ribattezzato Ron Artest. Di lui ho un bellissimo ricordo per la persona prim'ancora del giocatore. Capisci, di fronte a un campione così, che poco dipende dal caso: dietro c'è lavoro, lavoro e lavoro”.
Le qualità dell’Estra sono rispecchiate nel capitano Gianluca Della Rosa: “Il mio basket è fatto di applicazione, difesa, umiltà, capacità di sacrificarsi per la causa del collettivo: questo crea le condizioni per poter poi, nella metà campo offensiva, liberare il talento che abbiamo. Gianluca è l'esempio lampante di un basket fatto di sacrificio e passione: tutti hanno un ruolo chiaro e in quello, con le proprie qualità e i propri limiti, si prova a dare il massimo”.