Dopo aver realizzato una super "doppia-doppia" contro Pesaro da 10 punti e 12 rimbalzi (con 25 di valutazione), Mfiondu Kabengele si è raccontato nella rubrica LBA "5 domande a...".
Vittoria importante contro Pesaro nell'ultimo turno di campionato, ma ora è tempo di pensare ai play-off dove affronterete Reggio Emilia. Come ti senti a dover affrontare la tua prima post-season italiana e come si sentono i tuoi compagni?
Sono entusiasta, qui si respirano un'atmosfera e un'energia differenti. Arriverò preparato all'appuntamento con i play-off e non vedo l'ora di scoprire quale tipo di pallacanestro uscirà fuori da queste gare. Io e i ragazzi la vediamo allo stesso modo, per questo motivo siamo sulla stessa lunghezza d'onda; in fin dei conti sarà la miglior squadra a prevalere e noi ci faremo trovare preparati ad ogni partita.
In pochi mesi a Venezia hai subito mostrato ogni singolo aspetto del tuo dominio difensivo, specialmente sotto i tabelloni dove sei sembrato inarrestabile. Come hai fatto ad adattarti così velocemente ad una pallacanestro differente come quella europea?
Posso dire che il coach ha fatto un buon lavoro con me, mi ha mostrato i video di come girava la squadra e il resto l'ho appreso grazie ai miei compagni che hanno avuto pazienza di spiegarmi come funziona, dandomi consigli e il tempo di imparare. Il coach conosceva già la mia fisicità e la mia pallacanestro, perché sono un profilo diverso dagli altri; qui devo spendere parole per Marco [Spissu, ndr], Tex [Amedeo Tessitori, ndr] e Andrea [De Nicolao, ndr] che sono in questo campionato da più tempo e hanno saputo come indirizzarmi al meglio, facendomi subito entrare nei meccanismi. Ho anche imparato fin da subito che tipo di rapporto avere con gli arbitri, come comunicare con loro, così da poter avere il giusto feeling e poter avere risposte su alcuni fischi.
Venezia è una citta singolare per via della sua laguna, tuttavia è proprio questa peculiarità a renderla un'attrazione per i turisti. Hai avuto modo di visitare la città e come ti senti a vivere lì?
Venezia è veramente una città meravigliosa. Quando sono arrivato qui a dicembre il tempo era piovoso e nuvoloso, ma adesso con le belle giornate posso certamente godermela meglio. Ho avuto già la possibilità di fare qualche passeggiata per il centro della città; la gente è molto cordiale e amichevole con me, quando mi vede mi ferma, mi mostra affetto e io mi godo tutto questo.
Sappiamo che hai uno zio particolarmente importante: Dikembe Mutombo, leggenda della NBA e uno degli ambasciatori principali della pallacanestro in Africa. Qual è il tuo rapporto con lui? Quanto è stato d'ispirazione per te sia dentro sia fuori dal campo?
Prima di tutto è un bravissimo zio, poi certamente è stato un giocatore incredibile, sappiamo tutti ciò che ha fatto durante la sua carriera in NBA e lo stesso vale per le sue iniziative caritatevoli una volta che si è ritirato dai campi. Il rapporto che abbiamo come zio e nipote è quello di confrontarci, volerci bene, supportarci e darci consigli non solo riguardanti il gioco, ma anche a livello personale. Quando ho iniziato a giocare al college, lui mi è sempre stato dietro, ha risolto ogni mio dubbio e ogni mia perplessità sulla pallacanestro dandomi il consiglio più giusto quando ne avevo bisogno.
Chi è Mfiondu Kabengele fuori dal parquet? Hai qualche talento nascosto o qualche hobby di cui vorresti parlarci?
Sono una persona molto energica, estroversa e piena di entusiasmo. Non ho particolari talenti al di fuori della pallacanestro, ma nel mio tempo libero adoro uscire e passare il tempo con i miei amici.