Intervistato da Luca Chiabotti su “La Repubblica – Milano”, Paolo Galbiati ha raccontato di come sta vivendo questa sfida playoff contro l’EA7 Emporio Armani Milano, club dove anni fa ha allenato nelle giovanili: “Ma non vivo questo playoff come un derby, sono passati tanti anni, sono tornato tante volte da avversario: non c'è tutto questo romanticismo... Quelli dell'Olimpia sono stati anni fondamentali, ho avuto grandi maestri dai quali rubare molte di quelle cose che fanno parte della mia formazione, ho vissuto la doppia pressione che si mette chi, anche solo con i giovani, porta in giro il nome Olimpia e quello del signor Armani, con tutti gli sforzi che ha fatto in questi anni perché funzioni tutto al meglio. Ma la cosa che mi fa più piacere, tornando al Forum, è incontrare i genitori dei miei ragazzi di allora che mi salutano, vedere che chi ho allenato viene alla partita solo per scambiarci un abbraccio. Non ho mai vissuto la città: all'Olimpia iniziavo la mattina alle nove e finivo a sera tardi tra palestra, ufficio, partite. Oggi, lavorando in posti diversi, la mia casa l’ho comprata al mare”.
Per costruire l’attuale Dolomiti Energia, Galbiati era voluto partire da due pilastri dell’attuale Olimpia: “Paul Biligha ha voluto fare una scelta dopo anni da specialista a Milano: cercare la seconda giovinezza. È un grande lavoratore, una persona super, un po' brontolone: è stato molto importante per noi, è il nostro totem difensivo e ha lavorato molto sul suo tiro da tre diventando più pericoloso in attacco. Davide Alviti ha 'studiato' per due anni a Milano dai grandi campioni, ha goduto delle ultime stagioni di Gigi Datome, un riferimento importante per lui, e ha una grande voglia di riscatto. Sa essere duro, è un testone: questo è stato l'anno del suo rilancio”.