Intervistato da Marco Vigarani sul “Corriere del Trentino”, il coach della Dolomiti Energia Trentino Paolo Galbiati ha parlato dopo il k.o. per 3-1 nella serie contro l’EA7 Emporio Armani Milano: “Devo ancora metabolizzare. Avrei voluto giocare ancora perché, senza volere passare per presuntuoso, abbiamo fatto soffrire Milano. Noi abbiamo avuto momenti di blackout e loro ce li hanno fatti pagare a caro prezzo. Abbiamo vissuto un anno in apnea, sempre combattendo. Periodi ottimi, altri estremamente difficili da cui ci siamo rialzati per acciuffare i playoff che abbiamo affrontato credendoci davvero. Penso che abbiamo iniziato un percorso, ora dovremo essere bravi a proseguire trovando nuovi interpreti giusti dopo averne lanciati tanti”.
Di cosa va più fiero coach Galbiati? “Dell'identità che abbiamo creato. Siamo stati sempre noi stessi. Abbiamo creato una squadra che proponesse una pallacanestro divertente da vivere e da vedere, coinvolgente, in cui tutti si sentissero protagonisti. Serviva il contributo di ognuno per non fare crollare il castello ed è andata come volevamo”.
Cosa resta invece personalmente all’ex coach delle giovanili dell’Olimpia del suo primo anno a Trento? “Ho lavorato tanto, a maggior ragione dovendo preparare anche l'Eurocup. Entravo in palestra alla mattina e ne uscivo alla sera. Ho percepito intorno a me una società con un grande amore per l'Aquila e tutti i suoi progetti anche sociali. Vengo da una famiglia che ha sempre avuto piacere di dare una mano a chi è meno fortunato e ho cercato di farlo più possibile perché portare un sorriso non costa nulla e ripaga mille volte”.