LIVORNO - Niente da fare per la Coop Trieste. Sul parquet del PalaMacchia di Livorno ottiene una sconfitta che, comunque, ha tanto il sapore di una beffa dopo che per 25 minuti era riuscita a essere padrona assoluta della partita, pur altalenando momenti di ottimo gioco, ad altri meno illuminati.
Amarezza, alla fine, tanto che nello spogliatoio una sconfitta immeritata come quella di ieri sera non la ricordavano nemmeno i giocatori. E pensare che tutto era stato preparato alla perfezione dal coach Pancotto: difesa arcigna, massima concentrazione, cattiveria agonistica e cinismo. Tutti ingredienti che avvevano portato la Coop Trieste a dominare la prima parte di gara. Poi, alcune decisioni arbitrali, non plateali ma di sostanza, hanno fatto cambiare indirizzo alla partita e, per i biancorossi, è stato veramente duro e difficile cercare di superare l'ostacolo Mabo che, tra l'altro, aveva un'estrema necessita' di due punti preziosi per la salvezza.
E pensare che il match si era messo subito bene: partenza a razzo di Maric e compagni che, al 4', conducevano di nove lunghezze (12-3). La reazione della Mabo sorprendeva momentaneamente. Rimaneva difficoltoso cercare di limitare Slater con i suoi 130 chili che facevano dannare l'anima a Podestà e Mazique, tant'è che a 30 secondi dal termine del primo quarto si verificava la prima parita' della partita (16-16). Poi, un tiro libero messo a segno su due a disposizione di Podestà, permetteva di chiudere in vantaggio di un solo punto (17-16).
Il secondo quarto non cambiava: ancora Trieste sugli scudi e Livorno ad arrancare disperatamente, anche se i vantaggi non erano estremanmente significativi (al 14' 28-25). Qui la difesa alabardata metteva il suo marchio, procurando estrema difficoltà di penetrazione per Slater, limitando Conley e dando poco spazio a Elliott. Di contro, una grande precisione al tiro pesante, soprattutto per Erdmann, Jones e per lo stesso Mazique, con Maric alternato a Pastore a orchestrare un gioco fluido e a tratti anche spettacolare. Al 16' +7 (34-27), con un vero dominio degli uomini di Pancotto, che continuava a ritmo impressionante e, al riposo, pur accusando un leggero ritorno della Mabo, il vantaggio era rassicurante +8 (47-39).
La seconda metà vedeva una Coop Trieste valida per tre minuti, quando sul 52-48 improvvisamente tutto cambiava. Al 26' nuova parita' (54-54) e da quel momento per i biancorossi la partita si e' messa tutta in salita. Livorno ha gettato nella mischia il cuore e le ultime residue speranze di ottenere una salvezza anticipata. Trieste, invece, ha dovuto fare i conti con una coppia arbitrale che, pur non prendendo plateali decisioni, ha diretto a senso unico. È stato difficile a questo punto fermare Slater, Conley, Elliott e Sambugaro ma, soprattutto, Giachetti scatenato che, riuscendo a recuperare 6 palloni, ha colpito per ben sei volte in contropiede. Il terzo quarto terminava con un +3 per Livorno (64-61).
Nulla mutava nell'ultimo quarto, anche se con il cipiglio di squadra superiore la Coop Trieste al 34' riapriva la partita (69-71) e la stessa cosa si verificava due minuti dopo (72-73), ma è stato il massimo che i ragazzi di Pancotto hanno potuto fare. Negli ultimi tre minuti, spinta anche dal pubblico, Livorno non ha ceduto nemmeno di un centimetro, anzi con il festival dei tiri liberi (34 contro 13), è riuscita a aggiudicarsi la vittoria.
Amarezza, alla fine, tanto che nello spogliatoio una sconfitta immeritata come quella di ieri sera non la ricordavano nemmeno i giocatori. E pensare che tutto era stato preparato alla perfezione dal coach Pancotto: difesa arcigna, massima concentrazione, cattiveria agonistica e cinismo. Tutti ingredienti che avvevano portato la Coop Trieste a dominare la prima parte di gara. Poi, alcune decisioni arbitrali, non plateali ma di sostanza, hanno fatto cambiare indirizzo alla partita e, per i biancorossi, è stato veramente duro e difficile cercare di superare l'ostacolo Mabo che, tra l'altro, aveva un'estrema necessita' di due punti preziosi per la salvezza.
E pensare che il match si era messo subito bene: partenza a razzo di Maric e compagni che, al 4', conducevano di nove lunghezze (12-3). La reazione della Mabo sorprendeva momentaneamente. Rimaneva difficoltoso cercare di limitare Slater con i suoi 130 chili che facevano dannare l'anima a Podestà e Mazique, tant'è che a 30 secondi dal termine del primo quarto si verificava la prima parita' della partita (16-16). Poi, un tiro libero messo a segno su due a disposizione di Podestà, permetteva di chiudere in vantaggio di un solo punto (17-16).
Il secondo quarto non cambiava: ancora Trieste sugli scudi e Livorno ad arrancare disperatamente, anche se i vantaggi non erano estremanmente significativi (al 14' 28-25). Qui la difesa alabardata metteva il suo marchio, procurando estrema difficoltà di penetrazione per Slater, limitando Conley e dando poco spazio a Elliott. Di contro, una grande precisione al tiro pesante, soprattutto per Erdmann, Jones e per lo stesso Mazique, con Maric alternato a Pastore a orchestrare un gioco fluido e a tratti anche spettacolare. Al 16' +7 (34-27), con un vero dominio degli uomini di Pancotto, che continuava a ritmo impressionante e, al riposo, pur accusando un leggero ritorno della Mabo, il vantaggio era rassicurante +8 (47-39).
La seconda metà vedeva una Coop Trieste valida per tre minuti, quando sul 52-48 improvvisamente tutto cambiava. Al 26' nuova parita' (54-54) e da quel momento per i biancorossi la partita si e' messa tutta in salita. Livorno ha gettato nella mischia il cuore e le ultime residue speranze di ottenere una salvezza anticipata. Trieste, invece, ha dovuto fare i conti con una coppia arbitrale che, pur non prendendo plateali decisioni, ha diretto a senso unico. È stato difficile a questo punto fermare Slater, Conley, Elliott e Sambugaro ma, soprattutto, Giachetti scatenato che, riuscendo a recuperare 6 palloni, ha colpito per ben sei volte in contropiede. Il terzo quarto terminava con un +3 per Livorno (64-61).
Nulla mutava nell'ultimo quarto, anche se con il cipiglio di squadra superiore la Coop Trieste al 34' riapriva la partita (69-71) e la stessa cosa si verificava due minuti dopo (72-73), ma è stato il massimo che i ragazzi di Pancotto hanno potuto fare. Negli ultimi tre minuti, spinta anche dal pubblico, Livorno non ha ceduto nemmeno di un centimetro, anzi con il festival dei tiri liberi (34 contro 13), è riuscita a aggiudicarsi la vittoria.