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Amedeo Della Valle in videochiamata con i vincitori del MyLBA e del FantaBasket LBA: “Il lavoro e la fiducia in me stesso mi hanno permesso di arrivare dove sono ora”

Amedeo Della Valle

Amedeo Della Valle è stato il protagonista di una videochiamata esclusiva con i fan che hanno ottenuto i punteggi migliori al termine della stagione nelle classifiche del MyLBA e del FantaBasket LBA.

I vincitori, collegati da città di tutta Italia, hanno approfittato dell’opportunità di fare delle domande al disponibilissimo capitano della Germani Brescia, che si è aperto raccontando in primis delle difficoltà che deve superare un giocatore in gioventù non propriamente dotato di un talento fisico fuori dalla norma: “Mi ci sono ritrovato anche io tante volte da piccolo in questa situazione. Io ho avuto la fortuna di avere mio padre Carlo dalla mia parte che mi ha sempre spinto a crederci e ora capisco molto bene cosa significasse ai tempi. Perché, con tutto il rispetto per tutti, sono alto 1 metro e 90 e peso 83 kg e, a volte, quando entro in campo mi sembra che non centri niente fisicamente con quello che è il mio lavoro. E quindi ho cercato di crearmi questa sorta di mentalità nel pensare che “non c’è nessuno che mi può toccare”, convincendomi che quello che faccio io lo faccio al livello più alto possibile. Ho una fiducia in me stesso elevata e devo entrare quindi in campo pensandomi invincibile perché sennò, se la inizio a mettere sul fisico, non gioco contro nessuno. Di conseguenza, ho sviluppato tutto ciò che potesse servirmi per migliorare il mio gioco, ovvero capirlo tatticamente al meglio e sviluppando un tiro di altissimo livello, frutto del mio lavoro e delle migliaia di tiri che faccio da quando avevo 10 anni. Cosa direi ad un ragazzo che sta affrontando l’esperienza di essere ‘tagliato’ da una squadra? Che fa parte del gioco. Io sono stato ‘tagliato’ tantissime volte, sia a livello giovanile che senior, così com’è successo a giocatori molto più forti di me. La cosa fondamentale, al di là che si diventi o meno un professionista (perché ci vogliono anche la predisposizione, la fortuna e tanti altri dettagli), è che ci sia sempre una motivazione personale forte, nello sport e nella vita in generale. Siamo tutti bravi a criticare gli altri mentre a me non interessa, vado per la mia strada, sapendo quali sono i miei punti di forza e come valorizzarli. Invece di puntare quindi sul problema, bisogna focalizzarsi sulle soluzioni che si possono trovare per qualsiasi cosa e ciò è anche molto più stimolante”.

Rispondendo a un fan che si è appassionato alla pallacanestro grazie alle schiacciate da highlight in NBA di Blake Griffin, Della Valle ha svelato quali sono i suoi giocatori di riferimento oltreoceano: “Blake piaceva tantissimo anche a me. Io penso che la gente si innamori del basket anche spesso tramite queste giocate. Chiaramente io sono nato nell’era di LeBron James e quindi lui è sempre stato il riferimento ma come giocatore ‘esotico’ – che non è mai poi diventato una star – ero molto fan di Michael Beasley, che aveva qualche problema caratteriale ma con un talento smisurato. Come riferimento, anche pensando al mio ruolo in campo, direi Klay Thompson”. Passando invece al campionato italiano, qual è stato quello che ora Della Valle è per molti bambini (ha anche partecipato a questa videochiamata)? “Il mio idolo sopra tutti è stato Gianluca Basile, perché rappresentava l’eleganza in campo”.

Ripensando invece ai canestri più belli della sua carriera, Amedeo non ha dubbi: “Penso sempre ai canestri con la Nazionale giovanile Under 20 contro la Lettonia in finale all’Europeo del 2013 (in cui vinse anche il premio di MVP, ndr). In quella partita, nei primi tre quarti avevo segnato solo due punti e mi ricordo, a inizio ultimo periodo, di essere sul cubo dei cambi di fianco al mio compagno Laganà dicendogli: ‘Sono arrivato fino a qua e finora ho segnato solo due punti in questa partita così importante… ho 10 minuti ancora, adesso provo a tirare qualcosa’. E mi è andata bene”. Della Valle ha anche risposto in merito al canestro che gli piacerebbe segnare: “Devo ancora vincere un campionato italiano, prima o poi, dopo averlo perso a Gara 7 nel 2015 con Reggio Emilia. Vorrei capire cosa si prova a raggiungere un traguardo del genere. Se vogliamo proprio sognare immagino di essere a Gara 7, 90 pari, canestro allo scadere alla Ruben Douglas in Gara 4 di Fortitudo Bologna – Milano del 2005 (ride, ndr)”.

Essendo una guardia nel suo ruolo naturale, Della Valle ha inoltre scelto il miglior playmaker e il miglior centro con cui ha avuto a che spartire sul parquet nel corso della carriera: “Il miglior play è stato sicuramente Sergio Rodriguez a Milano, sappiamo tutti perché e quali erano le sue straordinarie qualità. Come miglior centro all’inizio pensavo potesse essere Anthony Bennett, con cui ho giocato all’high school e che è stato la scelta numero 1 al draft NBA. Per una serie di fattori però la sua carriera non è andata come previsto. Anche Darjus Lavrinovic, che a Reggio Emilia giocava da centro, era fortissimo”.

Infine, Amedeo chiude analizzando quali sono al momento i suoi progetti per il post-carriera: “Ci ho pensato molto. Innanzitutto, mi piacerebbe smettere facendo ancora la differenza sul campo. Non so quanti anni ancora potrò giocare ma appunto smetterei al vertice, anche per rispetto verso me stesso. Dopodiché penso che uscirò dal mondo della pallacanestro, perché mi piacerebbe esplorare altro ma continuerò comunque a guardare il basket da tifoso. Magari nel posto in cui vivrò in futuro potrei avere un gruppo di ragazzini da allenare, vedremo”.

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