La firmano in tre: Gregor Fucka, Andrea Meneghin, Davor Marcelic. E come nelle favole migliori, il libero della felicità lo infila Gianluca Basile, un altro che a questa festa non poteva mancare. La prendono per i capelli quando ormai tutto sembra perduto, la ripescano dall’orlo del baratro. A 3’22” dalla fine (70-81) Treviso sta per firmare la quarta vittoria su quattro sfide al mondo dell’Aquila, decisa a piallarne per sempre le certezze. È in quel momento che quel mondo cambia, e a cambiarlo è quel trio che dall’inizio alla fine non ha smesso di crederci, di pensare che non c’è mai niente di scritto in questo palcoscenico di luci potenti e infinite ombre. La girano, la prendono, inventano un 19-5 che ribalta le sicurezze della Benetton. Finalmente, il primo posto in regular-season è una certezza. E se in questa vittoria c’è cuore e coraggio, il premio va a tutta una stagione tribolata, di lavoro e fatica contro tutto e tutti, sfortuna e arrabbiature, polemiche e mugugni che arrivano regolari quando il passo si fa lento. Questa, che si è chiusa in palestra a leccarsi le ferite pronta a ripartire, è la Fortitudo di Matteo Boniciolli. Ha carattere, e qualunque cosa faccia di qui in avanti, ha fatto già tanto arrivando quassù.
Parte col piede giusto la Fortitudo, è lucida e annebbia i pensieri della banda D’Antoni. Ma l’imprecisione al tiro (mai conclusioni forzate, comunque) non permette l’allungo. La carica c’è, Meneghin in quintetto ha alti e bassi, ma gli alti sono determinanti. La sfuriata vale appena un 5-0, e Treviso non è qui per perdersi d’animo. La reazione è puntuale, nelle mani di Edney che costruisce, nell’esperienza di Pittis e nei punti pesanti di Nicola. Un parziale di 0-9 che porta il pari (11-11) dopo 6’22, e poi manda avanti la Benetton, 14-17. Marcelic spezza il sortilegio con una tripla, ma alla prima pausa si insegue:18-21. Sulla sirena c’è il primo canestro di Basile. Tra incertezze arbitrali, per ora mai determinanti, Savic mette il terzo fallo sulla schiena a Marconato. La Fortitudo si rianima, Meneghin le dà ritmo e Fucka si esalta con punti che pesano. Stavolta l’8-0 lo infilano quelli dell’Aquila, riprendendo in mano la partita (da 24-28 a 32-28). Reagisce Chikalkin, si sveglia da un insolito letargo Edney. Lui e Bulleri puniscono con le triple del 32-36 le belle cicale di Boniciolli, che trovano strade perfette ma sprecano troppe conclusioni. Siamo al 35% dopo venti minuti, per capirci.
Ci si guarda ancora per i primi due e mezzo di ripresa, poi l’Airone Gregor prende il volo, e la Skipper con lui. In due giri di lancette è un 9-2 che sa tanto di fuga giusta. Ma sul vantaggio massimo, 51-44, Nicola ritrova il tubetto di colla del primo tempo e passa il testimone a Garbajosa per l’ennesimo aggancio, 51-51. Il sorpasso lo firma Nicola dalla lunetta. E Chikalkin mete il sigillo dell’ennesima doccia fredda, 0-13 per il 51-57, e di là la Fortitudo torna a litigare col canestro. Paradossi: sembrava un terzo quarto fatto apposta per l’allungo, è diventato un temporale di stagione che fa male alle ossa. Fucka e Meneghin continuano a pompare ossigeno, ma l’Aquila boccheggia e Nicola mette la tripla del +10 (57-67). Entra Savic, bello carico, ma Facchini ha il colpo di genio e gli fischia un tecnico per… eccesso di euforia dopo un canestro. La Skipper si scompone, la coppia arbitrale fa la sua parte fischiando come una vaporiera (cinque falli contro in un minuto). Garbajosa si autoelimina a cinque dalla fine. Fucka è un leone, ma Bell fa sentire il suo peso tenendo le distanze. Per due minuti è duello, Gregor colpisce e l’americano risponde colpo su colpo, e ne fa nove in un amen. Si riaccende anche Edney, e sembra chiusa sul 75-84. Ma di lì in poi c’è solo Fortitudo: prima Basile, quattro punti d’oro zecchino, poi Marcelic, eroe del finale di partita. Due liberi, una tripla, ancora due punti ed è l’aggancio, insperato. L’ultima azione è della Benetton, che la butta via con uno sfondo di Edney. Mentre tutti pensano ai supplementari, Facchin fischia un fallo di Bell a metà campo. Mancano 65 centesimi, va in lunetta Basile. Segna subito e si toglie la paura, poi regala un tap-in vincente a Galanda, che la chiude. Roba da non credere, roba da primato in classifica.
Marco Tarozzi
Parte col piede giusto la Fortitudo, è lucida e annebbia i pensieri della banda D’Antoni. Ma l’imprecisione al tiro (mai conclusioni forzate, comunque) non permette l’allungo. La carica c’è, Meneghin in quintetto ha alti e bassi, ma gli alti sono determinanti. La sfuriata vale appena un 5-0, e Treviso non è qui per perdersi d’animo. La reazione è puntuale, nelle mani di Edney che costruisce, nell’esperienza di Pittis e nei punti pesanti di Nicola. Un parziale di 0-9 che porta il pari (11-11) dopo 6’22, e poi manda avanti la Benetton, 14-17. Marcelic spezza il sortilegio con una tripla, ma alla prima pausa si insegue:18-21. Sulla sirena c’è il primo canestro di Basile. Tra incertezze arbitrali, per ora mai determinanti, Savic mette il terzo fallo sulla schiena a Marconato. La Fortitudo si rianima, Meneghin le dà ritmo e Fucka si esalta con punti che pesano. Stavolta l’8-0 lo infilano quelli dell’Aquila, riprendendo in mano la partita (da 24-28 a 32-28). Reagisce Chikalkin, si sveglia da un insolito letargo Edney. Lui e Bulleri puniscono con le triple del 32-36 le belle cicale di Boniciolli, che trovano strade perfette ma sprecano troppe conclusioni. Siamo al 35% dopo venti minuti, per capirci.
Ci si guarda ancora per i primi due e mezzo di ripresa, poi l’Airone Gregor prende il volo, e la Skipper con lui. In due giri di lancette è un 9-2 che sa tanto di fuga giusta. Ma sul vantaggio massimo, 51-44, Nicola ritrova il tubetto di colla del primo tempo e passa il testimone a Garbajosa per l’ennesimo aggancio, 51-51. Il sorpasso lo firma Nicola dalla lunetta. E Chikalkin mete il sigillo dell’ennesima doccia fredda, 0-13 per il 51-57, e di là la Fortitudo torna a litigare col canestro. Paradossi: sembrava un terzo quarto fatto apposta per l’allungo, è diventato un temporale di stagione che fa male alle ossa. Fucka e Meneghin continuano a pompare ossigeno, ma l’Aquila boccheggia e Nicola mette la tripla del +10 (57-67). Entra Savic, bello carico, ma Facchini ha il colpo di genio e gli fischia un tecnico per… eccesso di euforia dopo un canestro. La Skipper si scompone, la coppia arbitrale fa la sua parte fischiando come una vaporiera (cinque falli contro in un minuto). Garbajosa si autoelimina a cinque dalla fine. Fucka è un leone, ma Bell fa sentire il suo peso tenendo le distanze. Per due minuti è duello, Gregor colpisce e l’americano risponde colpo su colpo, e ne fa nove in un amen. Si riaccende anche Edney, e sembra chiusa sul 75-84. Ma di lì in poi c’è solo Fortitudo: prima Basile, quattro punti d’oro zecchino, poi Marcelic, eroe del finale di partita. Due liberi, una tripla, ancora due punti ed è l’aggancio, insperato. L’ultima azione è della Benetton, che la butta via con uno sfondo di Edney. Mentre tutti pensano ai supplementari, Facchin fischia un fallo di Bell a metà campo. Mancano 65 centesimi, va in lunetta Basile. Segna subito e si toglie la paura, poi regala un tap-in vincente a Galanda, che la chiude. Roba da non credere, roba da primato in classifica.
Marco Tarozzi