Intervistato da Daniele Labanti sul “Corriere di Bologna”, Daniele Fornaciari, presidente della Fondazione Virtus, ha parlato in vista del suo settantesimo anno accanto al club bianconero: “Mio padre mi portò a vedere la Virtus la prima volta nel 1954. Era amico del questore di allora, arrivarono dei biglietti di prima fila. Fu terrorizzante. Dovete sapere che all'epoca, nel '54, si giocava ancora in Sala Borsa. Io entrai in quel luogo tetro, buio, in cui solo il campo era illuminato, mano per mano con mia madre. Mi sedetti e a un certo punto iniziò un rombo, un rumore assordante: sulle balaustre le persone sbattevano le mani, i piedi, e sembrava di stare in una bolgia infernale. E poi il fumo, tutti fumavano. Cinque, dieci sigarette durante la partita. Si creava un cappello di fumo a mezz'aria, non so cosa vedessero quelli sopra. E non immagino i poveri giocatori...".
Fornaciari è diventato caratteristico per la sua cravatta gialla: “Ci tengo a dire che ho iniziato a indossarla prima di Adriano Galliani. Anzi, un giorno lui venne a vedere la Virtus e non l'aveva, per fortuna. Gli dissi scherzando che alle nostre partite la metto solo io. La trazione esordì credo a Barcellona, alle Final Four di Eurolega del 1998. E visto come andò a finire…”.
Fornaciari ha anche apprezzato l’attuale dirigenza bianconera: “Ho conosciuto tanti presidenti, di Zanetti, Baraldi e Ronci posso solo parlare bene. Hanno riportato subito la società in serie A e hanno vinto 8 trofei, anche europei, in 8 anni".
Infine, anche un’esaltazione per Ettore Messina: “Ho continuato a sentirlo. Lui ha contribuito a scrivere la storia della Virtus".