Intervistato da Francesco Pioppi su “Il Resto del Carlino – Reggio Emilia”, il General Manager della UNAHOTELS Reggio Emilia, Claudio Coldebella, ha sottolineato la passione che c’è in città per il basket: “Siamo oltre le aspettative che comunque erano alte per la conoscenza che ho sempre avuto di questa regione e di questa via Emilia che da Rimini, a Forlì, passando ovviamente anche per Bologna è tradizionalmente molto legata alla pallacanestro. Oltre a questo ho trovato grande disponibilità a lavorare di squadra affinché le cose vadano nel verso giusto".
Reggio Emilia ospiterà lunedì la Nazionale italiana nel match contro l’Islanda: “Per questo c'è da ringraziare Giammaria Manghi e la Regione Emilia-Romagna che assieme al presidente federale Petrucci sono stati coloro che hanno acceso questa possibilità; poi anche noi come club abbiamo dato una mano per formare la 'squadra' giusta e assieme all'amministrazione comunale ci stiamo mettendo tanta energia".
La UNAHOTELS sta valutando il rendimento di Barford e Gombauld? “La proprietà è disponibile da questo punto di vista ad ogni richiesta, ma con l'idea che ci debbano essere delle scelte ottimali per la nostra crescita. Quindi la risposta è sì, stiamo riflettendo su cosa potrebbe darci l'opportunità di migliorare. Più che di ruolo parlerei di profilo, cerchiamo un giocatore che ci permetta di avere un certo tipo di esperienza e una certa durezza. Uno che sai che ti può far svoltare in determinati ambiti, come magari è successo l'anno scorso con Tarik Black”.
Faye e Smith sono le garanzie di cui la UNAHOTELS non può fare a meno: “Su Faye va dato merito al ragazzo per il lavoro che ha fatto, ma anche allo staff e alla bravura di Priftis che lo sta crescendo come un figlio: i progetti vincenti si fanno assieme e noi siamo tutti sulla stessa pagina. Smith è un giocatore di un'altra categoria, gli siamo grati che ci stia regalando questi anni della sua carriera, qualcuno lo ha definito il 'Teodosic biancorosso' e credo sia un paragone corretto. Gioca con la febbre o con un dito rotto, la cultura sportiva che trasmette è inestimabile. Fatemi però aggiungere una cosa… Abbiamo un nucleo di italiani formato da Uglietti, Chillo, Sasha e tutti gli altri che rappresenta una fortuna per noi. Gli potremmo lasciare le chiavi del Bigi e saremmo sereni: non hanno bisogno delle luci della ribalta, ma fanno la differenza ogni giorno".