Fin dalla prima volta in cui ha messo piede sul parquet di fronte al grande pubblico, Alessandro Pajola si è presentato come un giocatore votato alla difesa, un playmaker capace di innescare i propri compagni è vero, ma soprattuto abile nel mandare in confusione i portatori avversari con la sua aggressività e la sua instancabilità. Il record di 3-1 ottenuto dalla Virtus Segafredo Bologna nel mese di gennaio si riflette perfettamente sugli sforzi compiuti dal classe 1999, insignito del premio di miglior difensore.
La sua abilità difensiva gli ha permesso di annullare alcuni dei migliori attaccanti del campionato; tutto questo è risultato fondamentale per il consolidamento del quarto posto in classifica della squadra bolognese che si è sbarazzata di UNAHOTELS Reggio Emilia, Napoli Basket e Vanoli Basket Cremona prima dello stop con il Banco di Sardegna Sassari. Il nativo di Ancona si distingue per l’intensità con cui difende, per la capacità di leggere le situazioni di gioco e per l’eccellente tempismo nei recuperi palla; tuttavia, il numero 6 non è solo un difensore implacabile, ma anche un playmaker di grande qualità. La sua visione di gioco e la capacità di dirigere l'attacco con passaggi precisi e scelte intelligenti gli permettono di fare la differenza in entrambe le fasi. La sua versatilità lo rende un asset insostituibile per qualsiasi capo allenatore, non ultimo coach Dusko Ivanovic che può contare su di lui per alzare l'intensità difensiva e al contempo orchestrare l'attacco bianconero. Il suo impatto su entrambe le metà campo ha dimostrato di essere cruciale e lo ha fatto alzando cifre importanti in rapporto alla mole di compiti che deve svolgere: 8.0 punti, 8.3 assist, 4.0 rimbalzi, 2.8 recuperi, 14.8 di valutazione e +12.0 di plus/minus in 28.8 minuti di media.