Intervistato da Francesco Gottardi su “Il Foglio”, Amedeo Della Valle ha parlato del momento della Germani Brescia: “Le cose vanno bene. Ci divertiamo. Abbiamo trovato un equilibrio di squadra e svolto un girone d'andata stellare: il nostro obiettivo è riconfermarci. Siamo consci dei nostri limiti, ma non ce ne vogliamo porre altri. Per quanto riguarda me è merito dell'ad Ferrari, che mi ha voluto qui per ricoprire un ruolo di responsabilità”.
Adesso Della Valle è diventato un tuttofare nella Germani: “Cerco di capire i bisogni del gruppo, come mantenere alta l'armonia. È così che riusciamo a fare la differenza. Vinceremo partite, ne perderemo altre, ma con l'etica del lavoro si va lontano. La passione in città è cresciuta tantissimo in questi ultimi anni. Lo percepisci per strada, nel palazzetto sempre pieno. I risultati trascinano, portano la gente a essere ambiziosa e a esigere sempre di più. Un'arma doppio taglio: ormai a Brescia bisogna vincere, per tenere il pubblico dalla propria parte”.
A Venezia, Della Valle ha anche piazzato una giocata decisiva con una palla recuperata: “Quella palla rubata lì, è figlia di tante altre che non ho recuperato. Ci vuole tempismo, anche un po' di fortuna. A volte si è premiati, altre no: finché la domenica rispecchia lo stato d'animo e gli sforzi della settimana, noi siamo felici".
Nella sua esperienza collegiale negli USA, Amedeo Della Valle ha conosciuto anche LeBron James: “Ne ho conosciuti tanti nella mia carriera: Jokic, Giannis, Doncic. Il massimo. Eppure ripenso ancora a quando ho visto lui per la prima volta: è diverso. È diverso nel modo in cui viene guardato, nell'energia che emana. Non ho mai visto la gente reagire così davanti a un essere umano. Cosa gli ho detto? Le prime due cazzate che mi venivano in mente sull'Italia: sapevo che LeBron ci era appena stato. "Ah, figo", mi rispose. È finita lì. Ma non potevo andar via senza avergli parlato”.
Continua Della Valle poi a tornare indietro nel tempo: “Il compagno ideale: Manuchar Markoishvili. L'avversario più scomodo: Belinelli, puoi solo sperare che sbagli. E poi gli anni alla Reggiana, fantastici e irripetibili. Così come questi a Brescia: cerco di godermeli ogni giorno, con l'augurio che durino il più possibile. Ma mai darli per scontati”.