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“L’Olimpia era tutto per me”: la dedica di Toni Cappellari alla “sua” squadra

Toni Cappellari Olimpia Milano

“Tutto!”. Toni Cappellari non ha avuto bisogno di troppe parole per spiegare cosa ha significato per lui l’Olimpia. “Ogni mattina, si alzava e il suo unico pensiero era come aiutare l’Olimpia a vincere”, ha detto Dan Peterson. “Non c’è stata una decisione che abbia preso come presidente che non sia stata condivisa con lui: tutti i successi del nostro ciclo fortunato gli appartengono personalmente”, dice Gianmario Gabetti. Per festeggiarlo nel giorno dell’ingresso della Hall of Fame si sono mossi in tanti. C’erano gli allenatori, Dan Peterson, gli amici Pippo Faina e Bruno Arrigoni, Paolo Casalini che rappresentava anche il fratello Franco; c’era il dottor Carnelli, che soccorso Meneghin sul parquet di Losanna prima dell’ultima difesa contro il Maccabi; il preparatore atletico Claudio Trachelio; la sua segretaria storica Cinzia Lauro. E c’erano tanti giocatori, Roberto Premier che acquistò da Gorizia; Vittorio Ferracini, il Capitano; c’era Franco Boselli; c’era Dino Boselli che usò come pedina di scambio per arrivare a Dino Meneghin; c’era Riccardo Pittis, l’enfant prodige; c’erano Piero Montecchi e Massimiliano Aldi, simboli del rinnovamento della seconda Coppa dei Campioni e dello scudetto di Livorno che vinse anche con Davide Pessina, presente come era presente Fabrizio Ambrassa, come c’era il fedele Mario Governa. E’ stata una serata di emozioni.

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